Regia di Fred Zinnemann vedi scheda film
Frank è un imprenditore edile di successo; ha di fianco una bella moglie, che lo ama, ed un figlioletto. Tutto sembra procedere a gonfie vele per l'uomo, la cui carriera è facilitata dalla sua nomea di valido combattente durante il secondo conflitto mondiale, da poco concluso con la vittoria degli Alleati. La sua piacevole quotidianità è interrotta dal giungere di uomo, il quale lo cerca con minacciosa insistenza, armato di pistola. Frank ben sa di chi si tratta e cosa ne motiva l'azione. Fatti del tempo di guerra tornano alla luce; ciò pone in pericolo non solo il buon nome ma anche la vita di Frank. Fred Zinnemanm, regista di origine austriaca naturalizzato statunitense, affronta in quest'opera diversi temi, connessi ai concetti di colpa ed emenda e trattati in rapporto a dinamiche proprie del suo tempo. Gli U.S.A. che egli descrive sono una nazione in piena parabola ascendente; uscita traumatizzata ma vittoriosa dal conflitto mondiale, del quale ricorda gli eroi, sopravvissuti e non, è lanciata sulla via del progresso e del benessere. Frank condivide questo percorso; ma uno sgradevole passato è in agguato ed allunga la sua ombra lungo i passi del protagonista. Joe, claudicante e dal fare misterioso, lo bracca. Frank conosce in Joe, in quanto suo ex-commilitone; sa che Joe lo cerca per far vendetta di altri soldati americani uccisi durante la prigionia in Europa a causa di quello che ritiene essere stato un tradimento. Frank, pur ritenendo, nella citata circostanza, di aver agito in buona fede, sa di avere pesanti responsabilità per quanto avvenuto. E', dunque, vittima di un senso di colpa che gl'impedisce di difendersi come potrebbe, e come gli chiede la moglie. Corroso dal dilemma (in quanto non solo marito, ma anche padre) e dai rimorsi, fugge, senza successo, da Joe, a sua volta consapevole che dalla morte di Frank egli non guadagnerà alcunchè, e tuttavia deciso a far quella che lui ritiene giustizia. Lo smarrimento porta Frank in cattive mani; tramite una prostituta ed un losco avvocato entra in contatto con un killer, che propone, in cambio di una cospicua somma di denaro, di risolvere il problema tramite l'assassinio di Joe, dopo averlo attirato in una trappola. Frank, inizialmente, accetta; all'ultimo momento, si pente, ma è troppo tardi per fermare la mano dell'assassino. Riceve sul suo corpo la pallottola destinata a Joe, e poco dopo muore, insieme al sicario. Un ormai pago Joe si avvicina al cadavere, prendendo l'incarico di avvertire la famiglia. Frank è interpretato da Van Heflin; l'attore statunitense esprime con efficacia il dissidio interiore del personaggio che interpreta; gradualmente lo vediamo prendere le distanze dalla moglie e dal figlioletto, allontanarsi da quell'ambiente di benessere costruito in seguito (e forse anche grazie) alla sua azione; alternare momenti di inquietitudine ed indecisione a fasi di lucida follìa, fino ad un epilogo che pare inevitabile; nelle ultime sequenze, privo di vita, giace composto e con il volto disteso, avendo ritrovato quella pace repentinamente persa e probabilmente non meritata. Il suo "persecutore", Joe, è interpretato da Robert Ryan; volitivo, determinato, reca nel fisico e nell'animo le ferite non rimarginate delle esperienze degli ultimi anni. La morte di Frank gli apre la possibilità di chiudere i conti con il passato e, anch'egli, progredire. Il confronto tra i due è lo specchio di divisioni presenti nella società statunitense dell'epoca. I "vincitori" si lasciano rapidamente alle spalle la recente tragedia, il cui ricordo diviene rapidamente retorica, per abbracciare nuovi stili di vita e condizioni di benessere, del quale tuttavia non sono partecipi i "perdenti", Joe, o la prostituta Pat (Mary Astor), costretti a destreggiarsi tra difficoltà economiche, gravi insoddisfazioni, ingiustizie. La guerra, per qualcuno è finita; per altri, continua, almeno fino a chiusura dei conti. Il racconto sfrutta ambientazioni variegate. Frank vive in una confortevole quotidianità di benessere; ha una bella casa, curata da una moglie fedele ed accondiscendente; gode della stima della comunità. L'intervento destabilizzante di Joe lo conduce in un sottobosco di persone meno gradevoli, in minuscoli e malconci appartamenti o locali malfamati. Da ciò traspare l'"anima" noir di questo racconto, ravvisabile anche nei ruoli dei personaggi maschili, destinati sin dall'inizio ad uno scontro dagli esiti fatali, nonostante le loro donne facciano di tutto per impedirlo. "Atto Di Violenza" è critica sociale e morale; approfondisce i concetti di colpa ed emenda, rappresentandoli come i due vertici di una linea che si ripiega su stessa, quasi fosse una cerchio che si chiude, in un momento di catarsi per l'uno e l'altro protagonista. Concisione e nitidezza espositiva agevolano la trasmissione delle idee del regista. Buon dramma (post)bellico "confezionato" secondo i canoni del genere noir.
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