Regia di Antonio Napoli vedi scheda film
Ingegnere all'IBM fino al 1977, poi scrittore, regista, saggista, divulgatore, umorista: Luciano De Crescenzo, classe 1928, è un uomo eclettico, maestro d'ironia, napoletanissimo, instancabile tombeur de femmes, leggero senza essere frivolo, socievolissimo e devoto al culto dell'amicizia. Antonio Napoli gli dedica questo documentario che lo ritrae, ormai prossimo ai 90, nella sua casa - regno di oggetti stravaganti - e in particolare nel suo studio, dove il nostro continua infaticabile a scrivere saggi sulla filosofia greca e altre varietà tra le copertine dei libri disposte sulle pareti e sul soffitto. Libri tradotti in decine di lingue, che fanno da bordone alle testimonianze raccolte dai suoi amici più cari (il puntualissimo sociologo De Masi, ma anche Renzo Arbore, Marisa Laurito, Marina Confalone), assemblate con immagini di repertorio che ne raccontano anche il talento come disegnatore e narratore per i più piccoli, e con spezzoni tratti dai suoi film: quelli girati da regista (Così parlò Bellavista e 32 Dicembre in particolare) e quelli che lo hanno visto partecipare unicamente in veste di attore (Il Pap'occhio e F.F.S.S.). Tra rievocazioni dei grandi amori del passato (Rossella Rossellini, ma c'è anche un velatissimo richiamo a Moana Pozzi), aneddoti e la ricostruzione di una traiettoria fortunatissima e inusitata che - grazie al successo di Così parlò Bellavista e all'apparizione in Bontà loro - fecero di De Crescenzo un fenomeno pop sempre intelligente e garbato, passa un'ora e un quarto di racconto senza fronzoli né tentazioni agiografiche.
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