Regia di Antonio Napoli vedi scheda film
I documentari dedicati a un personaggio illustre hanno almeno due compiti a cui non possono sfuggire. Il primo si dimostra quasi sempre il meno complicato, poiché occupandosi degli aspetti più popolari e conosciuti del protagonista ha bisogno solo di un po’ di tempo per ripassare e mettere in fila le cartoline che ne hanno scandito la vita pubblica. Per l’altro, invece, c’é bisogno di fare qualche sforzo in più, utile a stabilire la confidenza indispensabile per portare il film nella dimensione intima e privata necessaria a diventare confidente temporaneo del prescelto.
Un po’ com’è successo ad Antonio Napoli, regista de Così parlò De Crescenzo, titolo che, nel parafrasare il libro di maggior successo del professore napoletano (tradotto e venduto in milioni di copie in Italia e all’estero) coglie la caratteristica principale della sua felice predisposizione, che è, appunto, la parola intesa come capacità di arrivare al nocciolo delle cose, trasferendolo agli altri con una semplicità che nulla perde della profondità dei concetti. Nel caso specifico, trattandosi di idee e argomenti ispirati dai testi di filosofi antichi e moderni l’impresa era tutt’altro che facile, eppure il film di Napoli, grazie agli interventi del nostro e alle testimonianze di amici e collaboratori, ci dimostra con quanto impegno e naturalezza Luciano De Crescenzo sia riuscito a farlo.
Ingegnere dell’IBM quando i computer sembravano oggetti venuti dallo spazio (divertente il siparietto in cui il nostro racconta gli ossequi degli impiegati schiacciati dall’importanza del suo lavoro), Così parlo De Crescenzo comincia proprio dal momento in cui il protagonista si licenzia dal colosso americano – con una lettera di dimissioni che la dice lunga sull’ironia del nostro – per intraprendere la carriera di scrittore, regista e sceneggiatore (per esempio de Il pap’occhio in compagnia del sodale di sempre Renzo Arbore). Tra inserti d’epoca, fotografie, interviste e spezzoni tratti soprattutto da Così parlo Bellavista e 32 dicembre, il film mette in scena pezzi di vita privata che parlano d’amore – per la moglie e la figlia, ma anche per una giovane Isabella Rossellini – e d’amicizia, con quest’ultima a far da deterrente alla caducità dei rapporti umani. Leggero ma complesso come il suo mentore, Così parlo De Crescenzo instilla buon umore e nel contempo fa stringere il cuore perché oggi di uno come Luciano De Crescenzo si sente davvero la mancanza.
(pubblicato su taxidrivers.it)
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