Regia di James Fargo vedi scheda film
Josh Randall lavora come guardia del corpo in un casinò di Hong Kong. Il suo capo, uomo all’antica e di saldi valori morali, rifiuta di vendere la struttura a un boss mafioso, che lo fa prontamente uccidere insieme a suo figlio. Josh, che per giunta viene accusato di quel duplice omicidio essendo presente sul luogo del delitto, passa all’azione per vendicarsi.
Chuck Norris elevato alla enne: un film di botte, giustizia privata, onore e soprattutto vendetta. Hong Kong, un posto per morire – noto anche come Vendetta ad Hong Kong – è la pellicola in cui il personaggio dell’attore affronta compiutamente la transizione da atleta a soldato, o per meglio spiegare da esperto di arti marziali a macchina umana da guerra: d’ora in avanti non sarà più il primo, ma troverà il successo mondiale con il secondo. Qui è un mix tra i due. La storia è piuttosto stereotipata e i personaggi sono tratteggiati in maniera stilizzata, è vero (sceneggiatura di Franklin Thompson e del regista James Fargo), ma dietro la macchina da presa c’è pur sempre il regista di Cielo di piombo, ispettore Callaghan (1976) e davanti il muscoloso e baffuto Norris, la cui modesta espressività è rimpiazzata da un eccellente carisma e, naturalmente, da doti atletiche influenti. Azione, azione, azione; un pizzico di umorismo, un accenno appena appena di rosa, un senso appagante di giustizia che riempie l’aria sui titoli di coda: questo è tutto – come se fosse poco, poi. Altri interpreti: Mary Louise Weller, David Opatoshu, Camila Griggs, Bob Minor. 4/10.
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