Regia di Claudio Amendola vedi scheda film
Girato con mestiere, ma non apporta nulla di nuovo.
Poteva essere interessante un film sulle vicende di quattro detenuti con un permesso di 48 ore, ma il film è riuscito solo a metà. E' vero che non annoia, che ha ritmo, che coinvolge e che spesso fa tirare il fiato, ma i personaggi sono lasciati troppo in superficie e molti di essi, come le situazioni che li coinvolgono, sono tipici del noir all'italiana degli ultimi anni. Le quattro vicende evolvono spesso banalmente come ci si aspetterebbe da film del genere, senza alcuna sopresa, e persino il finale è piuttosto prevedibile. Amendola ripete quasi uguale il suo personaggio di Suburra e, anche regista, dimostra un narcisismo attoriale raro. Rimangono impressi, tuttavia, gli amici borgatari romani del detenuto Angelo, interpretato dal giovane e bravo Giacomo Ferrara, che hanno una spontaneità eccezionale ed anche un ché di pasoliniana memoria. Per il resto la pellicola, seppur girata con mestiere, appare troppo fine a sé stessa ed apporterà ben poco al panorama del cinema italiano odierno.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta