Regia di Taylor Sheridan vedi scheda film
Un cacciatore di animali da preda (Renner, strepitoso) si imbatte casualmente nel corpo di una ragazza amerinda scalza, riversa sulla neve, in un luogo dove la temperatura, di notte, scende di 30 gradi sotto lo zero. Come è arrivata lì quella ragazza, dato che l'abitazione più vicina è a 10 chilometri dal ritrovamento? Da cosa scappava? L'esame autoptico dimostra che è stata stuprata, sicché prima la polizia locale e poi l'FBI, impersonato da una giovane agente inesperta ma determinata (Olsen), si occupano del caso nell'ambito della riserva indiana chiamata Wind River. Sarà proprio il fiuto del cacciatore, che usa le tracce sulla neve come un moderno Sherlock Holmes, a fare luce sul giallo.
Esordio alla regia col botto dello sceneggiatore Taylor Sheridan (suoi i copioni di Sicario, Hell or High Water e di Soldado, del nostro Stefano Sollima), che dirige un thriller a orologeria (purtroppo ispirato a una storia vera), ambientato tra le nevi del Wyoming e imperniato sulla volontà di riscatto del protagonista, la cui figlia ha subito una sorte altrettanto amara di quella della ragazza trovata morta, e sulla dialettica tra la forma mentis di chi risiede in quei luoghi dimenticati da dio - nei quali conta soltanto la sopravvivenza - e l'ingenuità di chi arriva, completamente sprovveduto, dalla città.
Strameritato il premio per la miglior regia al 70esimo festival di Cannes (2017) nella sezione "Un Certain Regard".
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