Regia di Alex Infascelli vedi scheda film
L'enigma della coppia. Perché ci si prende, ci si lascia, ci si abbandona, si soffre, si cerca il dolore, la pena, il riscatto? E poi la paura della solitudine, l'ipocrisia, la dipendenza, l'egoismo, il narcisismo, il senso di soffocamento, il desiderio, l'attrazione, la repulsione, la carne, il crudo e il cotto. Alex Infascelli, che con Piccoli crimini coniugali firma il suo film più ambizioso - tratto da Eric-Emmanuel Schmitt - accantonando momentaneamente le sue tendenze verso il thriller e l'horror (Almost blue, Il siero delle vanità), mette al centro della scena due soli attori (Sergio Castellitto e Margherita Buy, finora un'unica volta insieme sul grande schermo, nel 2003, in Caterina va in città, e qui idealmente alle prove generali per la terza stagione di In treatment), che duettano con ampi margini di libertà sul copione. Ne esce un film che sembra voler fare più il verso a Carnage che a La guerra dei Roses e che, nella sua tetra ambientazione romana ultraborghese in un casa tutta spigoli con orribili corridoi grigi, volteggia sui tanti temi che possono riguardare la crisi di coppia (i due stanno insieme da vent'anni) senza mai diventare pregnante. Piuttosto, i dialoghi sembrano rimanere in superficie, i nodi non vengono mai veramente al pettine e l'insieme narrativo - che parte da uno spunto thriller in cui lui ha perso la memoria a seguito di una presunta caduta - fatica a reggere l'ora e mezzo di filmato, tutto sulle spalle di una Buy mai tanto sensuale e di un Castellitto piuttosto ingessato.
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