Regia di Terence Fisher vedi scheda film
Fratello e sorella inglesi arrivano a Parigi per l’Esposizione Internazionale del 1889 (quella in cui venne inaugurata la Torre Eiffel): il mattino dopo lui è sparito, la sua camera d’albergo è diventata un bagno e tutti negano di averlo mai visto, tranne un pittore a cui la sera prima aveva prestato 50 franchi. Il soggetto ricorda La signora scompare; ma, mentre Hitchcock era interessato al meccanismo della detection, qui l’attenzione si concentra sull’angoscia di una giovane rimasta improvvisamente sola al mondo e considerata pazza. La tensione viene mantenuta alta in modo magistrale, magari con qualche esagerazione (la morte di una possibile testimone in un incidente in mongolfiera), ricorrendo a intelligenti soluzioni visive (un campanello che suona in piena notte per chiedere aiuto, ultimo segno di vita dello scomparso) e verbali (un lapsus della padrona dell’albergo, che parla di “camere” al plurale) che generano inquietudine senza rivelare cosa è veramente successo. Si arriva a sospettare chissà quali terribili macchinazioni, cosicché lo scioglimento finale (che non va assolutamente rivelato a chi non conosce la storia) è fin troppo rassicurante, perché dissipa tutte le ombre che erano state accumulate.
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