Regia di Brian Goodman vedi scheda film
Scrittore un tempo idolatrato, oggi in oblio, vive in ritiro in una fatiscente baita sperduta ai limiti di un piccolo villaggio montano del Colorado: ufficialmente in cerca di quella ispirazione che ormai lo ha abbandonato da anni, almeno da quando la ex-adorata ex-moglie gli ha riservato la stessa sorte.
Trascorre le giornate scrivendo (ancora con una macchina per scrivere) sempre lo stesso messaggio ossessivo che denuncia chiararamente un vuoto creativo incolmabile. Il giorno in cui un giovane sconosciuto lo difende da una tentata aggressione (almeno verbale) da parte di un camionista prepotente, e lo scrittore si offre di ospitarlo, ecco che la vita routinaria e senza scopo di Paul si tramuta in un epicentro di tensione e pericolo: l'ospite è un folle che sa bene come scuotere via l'ignavia dell'autore, ma sa anche come trasformare una vita senza scopo in un vero e proprio incubo.
Le citazioni a capisaldi della cinematografia della suspence e dell'orrore sono così elementari e sfacciati che non appare nemmeno il caso di citarle: tuttavia tale sfrontatezza non fa che demolire questo filmetto insulso, scritto malissimo, scontato (a parte certi colpi di scena che non fanno che peggiorare la situazione), colmo di dialoghi banali, luoghi comuni inaccettabili, personaggi stereotipati che nemmeno un telefilm di quart'ordine trasmesso in piena notte riuscirebbe a ripetere ed eguagliare.
Brian Goodman si affida ad un cast di (ex) sex symbols per cercare di surriscaldare l'ambiente, ma l'imbarazzo è sempre in agguato: ognuno dei tre personaggi, e dei relativi tre attori un pò bolsi che ne impersonano i tratti, recita le risibili sue battute quasi come un automa, senza mai nemmeno tentare di interagire nel contesto di un'unica, per quanto assurda e costruita in modo meccanico, situazione d'emergenza in corso di implosione.
Colpa di autori scellerati, responsabili di una sceneggiatura pedestre che scimmiotta, senza un minimo di fantasia ed estro narrativo, situazioni che hanno reso grande ed indimenticabile il cinema di suspence e tensione dell'ultimo trentennio e anche più, ma anche di un trio di attori (Banderas, Rhys-Meyer, Perabo) che ormai non può che riflettere inesorabilmente un'immagine opaca di quel sex appeal indiscutibile di cui ognuno di essi si poteva giovare anche solo fino a qualche anno prima.
Sembrerà uno stillicidio sadico ed unidirezionale, ma cercare elementi per salvare almeno in parte questo thriller, risulta davvero un'ardua impresa.
Un giallo usa e getta spuntato fuori come scampolo estivo destinato ad un oblio molto veloce.
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