Regia di Brian Goodman vedi scheda film
Uno scrittore, che sembra aver esaurito la sua vena creativa, ospita un giovane vagabondo nel suo chalet di montagna isolato dal mondo. Il giovane, pur con la sua originalità comportamentale, sembra appassionarsi a questo personaggio alla deriva, abbandonato fra alcool e sporicizia, ed anzi decide di dargli una mano per riprendere a scrivere con la stessa lena del passato.
Ma i suoi metodi d'azione si riveleranno piuttosto discutibili...
La prima parte del film monta la tensione anche attraverso riferimenti neanche troppo nascosti a pietre miliari del passato, da Duel a Misery. Il tema di fondo è che nessuno è quello che appare.
Ma lo sviluppo del plot, nel tentativo di sorprendere lo spettatore, effettua doppi e tripli salti mortali che - più che affascinare - alla fine disorientano.
Va riconosciuta al Regista, Brian Goodman, una certa crudezza espressiva e la capacità di produrre una buona suspence.
Forse ciò può essere dovuto anche alle esperienze di devianza sociale che egli visse fin da adolescente, conoscendo persino la vita carceraria, da cui solo grazie alla scrittura e al cinema sarebbe riuscito a evolversi.
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