Nel mondo dello sport e in particolare nel football professionistico esiste il detto che per arrivare ai massimi livelli il talento da solo non basta, e che per riuscire a farcela bisogna essere campioni anche nella testa. Con qualche eccezione, a risultare costante nel pedigree dei fuoriclasse sono i crismi di un rigore che travalica il rettangolo di gioco per arrivare a toccare gli aspetti più disparati dell’esistenza umana. E se non sorprende che a fare tesoro di questa massima del calcio siano atleti come Messi e Ronaldo, in grado di convertire il proprio estro in un logo riconoscibile in ogni angolo del pianeta, si rimane spiazzati dall’apprendere che a tale categoria appartiene anche un tipo come Zlatan Ibrahimovic che ha fatto dell’eccesso e dell’intemperanza il proprio marchio di fabbrica.
A smontare la leggenda del calciatore tutto genio e sregolatezza contribuisce in parte il documentario girato dagli svedesi Fredrik e Magnus Gertten che in Ibrahimovic – Diventare leggenda costruiscono il ritratto di un fuoriclasse lontano dai soliti intenti celebrativi e invece predisposto a intercettare i fantasmi di una personalità fuori dagli schemi: perché se è vero che le doti calcistiche di “Zlatan” appaiono fin da subito cristalline è fuor di dubbio che l’affermazione delle stesse in termini di risultati è tutt’altro che indolore (complice un ‘autostima che in certi momenti lo rende inviso tanto agli avversari quanto ai compagni di squadra), nella maniera in cui si evince dalle immagini del film, intrise nelle sequenze più intime e private da un misto di fatalità e malinconia – di cui è complice lo spleen scandinavo irrorato a piene mani dalla messinscena dei registi – che riassume come meglio non si potrebbe la conflittualità del personaggio.
Ed è proprio la capacità degli autori di trasformare gli aneddoti del resoconto sportivo negli elementi di un vero e proprio romanzo di formazione a fare di Ibrahimovic – Diventare leggenda un film universale, in grado di coinvolgere anche chi di calcio capisce poco o niente. Esemplare, in questo senso, è la scelta di trasgredire le regole del genere, optando per un biografia parziale che esaltando le potenzialità drammaturgie insite nel personaggio Ibrahimovic descrive come fosse un rito di passaggio l’ascesa di Ibrahimovic nel calcio che conta, quello che dal campionato svedese lo porta all’Ajax e successivamente alla corte della Juventus.
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