Regia di Christian Duguay vedi scheda film
A dirigere Un sacchetto di biglie è Christian Duguay, regista, montatore, direttore della fotografia e compositore di origine canadese, che il pubblico italiano ha avuto modo di apprezzare grazie a sontuose produzioni televisive come Anna Karenina, Coco Chanel, Cenerentola, Sotto il cielo di Roma e Il giovane Hitler. Ottimo mestierante, attento alla messa in scena e ai sottotesti delle opere a lui affidate, Duguay debutta alla regia nel 1990 con Scanners II ma i suoi titoli più rappresentativi arrivano negli anni Duemila, quando incontra il favore del pubblico con due titoli in grado di imporsi notevolmente al box office francese: la commedia a sfondo ippico Jappeloup e il secondo capitolo delle avventure di Belle et Sébastien. "Ho scelto di adattare Un sacchetto di biglie perché parla di problemi senza tempo: immigrazione, razzismo e oppressione. E poi perché il romanzo racconta del viaggio iniziatico di due piccoli fratelli che devono affrontare ostacoli che nel giro di pochi mesi li catapulteranno nel mondo degli adulti. Un bambino, di fronte ai drammi dell'umanità, deve imparare a conservare parte della sua innocenza e a difendersi. Senza sprofondare nel pietismo, desideravo fare un film in cui prevale il punto di vista del bambino e il suo sguardo fresco sul mondo che lo circonda: con i loro pensieri non ancora del tutto consolidati, i fratelli Joffo affronteranno realtà che inevitabilmente li segneranno per il resto della vita. Il romanzo di Joseph Joffo è stato scritto trent'anni dopo i fatti che vi vengono raccontati ed è chiaro che le sue emozioni siano state modificate dal fatto di essere divenuto nel frattempo un uomo e un padre di famiglia. Io ho semplicemente levato il punto di vista del narratore e cercare di capire come i due bambini percepiscono il mondo che vivono e come lo elaborano. Il romanzo, inoltre, contiene spesso dei riferimenti al padre dei due fratelli. Nella mia cinematografia, la figura paterna è sempre esistente e fornisce sia fiducia sia grande vulnerabilità. Ecco perché ho voluto che nel film rispetto al romanzo la figura del padre dei Joffo fosse quasi un elemento portante, al pari di una figura mitologica dal quale farsi ossessionare".
Protagonisti di Un sacchetto di biglie nei panni di Joseph e Maurice Joffo sono rispettivamente i due piccoli attori Dorian Le Chech e Batyste Fleurial, due quasi esordienti scelti dopo aver provinato migliaia di bambini in tutta la Francia. Il padre e la madre dei due piccoli sono invece interpretati dagli attori Patrick Bruel (ex cantante, che nel 2013 è stato nominato ai César per Cena tra amici) ed Elsa Zylberstein (ammirata in opere come Gemma Bovery, Ti amerò sempre e Farinelli - Voce regina). "Conoscevo la storia di Joseph Joffo. Il suo libro era nella biblioteca dei miei genitori e in quella del liceo che ho frequentato. La famiglia di mio padre, di origine polacca, è arrivata in Francia negli anni Trenta e ricorda bene cosa sia stata la Seconda guerra mondiale, ha vissuto le emozione di Joseph. Realizzare film come questi significa mantenere viva la memoria, trasmettere il passato e denunciare ciò di cui le scuole o le famiglie parlano poco", sottolinea l'attrice.
Diversi sono gli attori impegnati in ruoli secondari. Tra questi, vi sono Bernard Campan (che impersona il libraio collaboratore, che in una scena tiene un discorso agghiacciante), Christian Clavier (che interpreta un medico) e Holger Daemgen (volto del temibile Alois Brunner).