Trama
Maurice e Joseph, due fratelli ebrei che amano giocare con le biglie, fuggono per tutta la Francia sotto l'occupazione tedesca durante la Seconda guerra mondiale. Dovranno ricorrere a un'incredibile dose di malizia, coraggio e ingegno per sfuggire alla barbarie nazista.
Approfondimento
UN SACCHETTO DI BIGLIE: DAL ROMANZO DI JOSEPH JOFFO
Diretto da Christian Dugay e sceneggiato dallo stesso con Jonathan Allouche, Alexandra Geismar e Benoît Guichard, Un sacchetto di biglie racconta la storia di Maurice e Joseph, due piccoli fratelli ebrei che nella Francia occupata dai nazisti mostrano un incredibile coraggio per sfuggire agli orrori della guerra e ricongiungersi alla loro famiglia.
Con la direzione della fotografia di Christophe Graillot, le scenografie di Franck Schwarz, i costumi di Juliette Ménager e le musiche di Armand Amar, Un sacchetto di biglie adatta l'omonimo romanzo autobiografico di Joseph Joffo, pubblicato nel 1973 e già trasposto sul grande schermo da Jacques Doillon nel 1975. Nel romanzo, Joffo ripercorre la storia di due fratelli che, a seguito della brutalità e della violenza della Seconda guerra mondiale, combattono a modo loro l'antisemitismo e il razzismo. Muovendosi da Parigi al sud della Francia, i due fratelli, Joseph e Maurice, su indicazione dei genitori non rivelano mai di essere ebrei. Joseph, in particolar modo, non si separa mai dalle sue biglie, assurte al ruolo di magico talismano contro i nazisti e il regime di Vichy e simbolo del bene della cerchia familiare. Sulla strada, affronteranno la loro sfida per la libertà e per la sopravvivenza, vivendo quello che è un vero e proprio viaggio iniziatico. Tra incontri fortuiti e peregrinazioni, consolideranno il loro spirito di fratellanza per sfuggire al male incarnato dal funzionario delle SS Alois Brunner, responsabile del rastrellamento degli ebrei a Nizza. La Nizza della primavera del 1942, dove i fratelli Joffo contano di nascondersi dalle persecuzioni, non è una città libera come i due pensano: è infatti uno dei territori che i francesi hanno concesso all'Italia dopo l'offensiva del 1940, un'area in cui le difficoltà economiche e le persecuzioni hanno finito con il generare il malcontento della popolazione e l'opposizione al regime nazista da parte della chiesa cattolica (si pensi che nel dicembre 1942, le autorità in seguito alle rimostranze della popolazione si rifiutano di timbrare la parole "ebreo" sui documenti di identità, opponendosi apertamente alle richieste di estradizione dei tedeschi). Al periodo "morbido" dell'occupazione italiana si sussegue però un periodo altrettanto duro di occupazione tedesca, il cui simbolo è proprio Brunner, che fa dell'Hotel Excelsior il suo quartiere generale. La sua missione è sin da subito chiara: arrestare 30 mila ebrei. Ne riuscirà a deportare ben 2.170.
Il cast
A dirigere Un sacchetto di biglie è Christian Duguay, regista, montatore, direttore della fotografia e compositore di origine canadese, che il pubblico italiano ha avuto modo di apprezzare grazie a sontuose produzioni televisive come Anna Karenina, Coco Chanel, Cenerentola, Sotto il cielo di Roma e Il giovane… Vedi tutto
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Commenti (9) vedi tutti
Da ragazzo lessi il bellissimo libro, pieno di ironia e di senso di avventura nonostante il dramma; quest'indegno film falsa gli eventi reali narrati nel testo autobiografico, aggiunge di sana pianta tanta disturbante, gratuita violenza; manca di rispetto a Joseph Joffo, a lettori e spettatori, tradendo la Memoria in modo vergognoso. Voto 2.
commento di genoanoUna storia vera romanzata, dolce e commovente. Non proprio adatto ai piccolini però, per via di qualche scena di violenza. Belle le musiche e le ambientazioni. La recitazione dei due ragazzini è di livello. Da vedere. 7
commento di SuperFiore'I soldati italiani sono solo soldati non assassini'. Un tributo al ruolo delle truppe di occupazione italiane nel sud della Francia vero porto franco per gli ebrei francesi e non solo. Poi arriva l'8 settembre..
commento di IlmorozBel film, voto 8
commento di TortellaüberallesBellissimo film con come protagonisti un manipolo di ragazzi straordinari nella realtà come nella finzione. Grandi interpretazioni. Merita davvero la visione. 8
commento di BradySopravvivere ai nazisti...storia vera, commovente, raccontata non in modo particolarmente spietatato, film adatto perciò anche alle famiglie. 7
commento di Bibi0075Anche se di film sulla persecuzione degli ebrei ne sono stati abbiamo visti ormai molti, questo è un bel film, con un buon ritmo e una buona recitazione.
commento di Artemisia1593Che sia un remaqe? Mi pare di ricordare un film simile a questo
commento di gagliaudoDolorosa e commovente storia (vera), attenuata nei suoi aspetti più crudi e violenti, per non dimenticare la tragedia dell'antisemitismo. Risaputo ma necessario.
commento di Leo Maltin