Regia di Manetti Bros. vedi scheda film
Venezia 74. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica.
Lo ammetto. Il film mi è piaciuto. E molto. Se mi capiterà lo andrò anche a rivedere. Tuttavia, prima della visione ero mosso da sentimenti contrastanti. Tanta curiosità verso il genere ma anche timore di non capire il napoletano e di gettare la spugna mentre le altre sale della Mostra ribollivano di titoli interessanti. Vi dico che non mi sono affatto pentito della scelta ma anche che i dialoghi tra Giampaolo Morelli e Raiz (i sicari del Boss) sono al limite dell'incomprensibile (per un non partenopeo). Il film era provvisto di sottotitoli solo per le parti musicali. Immagino sarà così anche all'uscita nelle sale. Comunque sia non posso fare a meno di consigliarlo. La storia funziona bene anche se io avrei sforbiciato un po' e ridotto il minutaggio. Gerini e compagni sono bravi e l'ironia rende credibile il lavoro dei Manetti che prendono e ribaltano in chiave comico/grottesca l'autorevole opera di Saviano attingendo a piene mani al filone cinematografico nato dalle sue opere di denuncia sociale. Non a caso in un divertente siparietto di inizio film si omaggia Gomorra, Scampia e lo scrittore che le ha rese celebri al mondo. I Manetti mettono alla berlina la camorra e le regole d'onore di cui si nutre senza però infierire troppo. Buon per noi perché a suon di musica (la grande protagonista del film) è più facile credere che l'Ammore sconfigga la Malavita. Intanto assaporiamo ogni singola nota, ogni pistolettata, e mentre Serena Rossi ci canta una nuova versione napoletana di Flashdance...What a feeling pensiamo, sognanti, che tutto sia davvero possibile.
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