Regia di Brian De Palma vedi scheda film
Ad inizio film il famoso leone della Metro Goldwyn Mayer anziché ruggire fiero e vagamente contrariato, questa volta pronuncia, in evidente e smagliante dialetto siculo (e pure un po’ roco, come si conviene al re dei felini), il titolo di questa frizzante e divertente commedia nera, che segna il ritorno del gran regista Brian De Palma presso i territori della leggerezza e dell’umorismo sfrenato che almeno in parte hanno caratterizzato i suoi esordi cinematografici. Le vicende di due mezze calzette della delinquenza, vicini di casa amici e quasi fratelli che, in un momento di euforia decidono di contravvenire all’ordine ricevuto dal loro boss, colpevole di averli incautamente resi depositari di una grossa somma da investire in una giocata per suo conto, e che costoro scelleratamente sprecano puntando deliberatamente su un cavallo diverso (con l’idea di lucrare sulla differenza a loro vantaggio ma in realtà perdendo tutto), innesca una caccia all’uomo (anzi agli uomini) senza tregua e dal ritmo esilarante.
Per tutto il film i due amiconi inetti, falsi, codardi, ma con un gran cuore, dovranno eliminarsi a vicenda in un rutilante susseguirsi di colpi di scena. Luoghi comuni della farsa sui personaggi della malavita, certo, inevitabilmente, ma anche e soprattutto una insolita atmosfera di “tensione divertita” che trova il suo culmine nella scena (memorabile) in cui al bassetto De Vito spetta l’ingrato compito di mettere in moto la macchina del capo, onde testarla contro eventuali attentati dinamitardi. La scena, pur comica e surreale, è scandita da un ritmo ed una tensione degne del miglior maestro del thriller di ogni tempo quale è pressoché unanimemente considerato De Palma (secondo solo ad Hitchcock, of course, maestro ispiratore che ha più volte citato, riproposto, aggiornato, senza mai farsi soffocare o plagiare, ma rielaborando piuttosto con stile e classe uniche).
Un piccolo film non solo sottovalutato, ma passato via nella stanca indifferenza, troppo superficialmente equiparato e catalogato alla pari di tutta quella serie di infinite commedie sciocche ed insulse che ci bombardano quotidianamente tramite i palinsesti odierni, infiniti certo, ma anche tutti uguali, oggi nostro abituale appannaggio tramite l'illusoria scelta infinita offerta da un sin troppo acclamato digitale terrestre.
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