Regia di Gianni Amelio vedi scheda film
E' un racconto così pacato, sereno, privo di grandi colpi di scena (anche se non mancano assolutamente i momenti memorabili), che questo Lamerica neppure sembra poter contenere un messaggio così devastante, così prorompente come quello in effetti sotteso. Si tratta di un triplice paragone, su scale spaziotemporali differenti, ma preciso in maniera ineccepibile: si comincia con vecchi documentari sulla conquista dell'Albania da parte dei fascisti; si prosegue con l'esodo contemporaneo degli albanesi verso le coste italiane e infine si raggiunge la consapevolezza della vicinanza di tale percorso con quello effettuato dai nostri connazionali verso gli Stati Uniti nel secondo dopoguerra. Lamerica (l'America) del titolo è l'Italia, per gli albanesi di oggi: ecco come tutto cambia e si rinnova, nel bene o nel male che sia, a seconda delle prospettive che riusciamo a, vogliamo, dobbiamo darci. La storia è scritta dal regista con Andrea Porporati ed Alessandro Sermoneta; belli la fotografia di Luca Bigazzi ed il commento sonoro di Franco Piersanti. Nel cast svettano Enrico Lo Verso (già nel Ladro di bambini, la cui dimensione di atipico 'on the road' può qui in parte ritrovarsi) e l'esordiente Carmelo Di Mazzarelli; c'è anche un buon Michele Placido, che scompare però dopo poco. Finale epicamente sconsolante. 7/10.
Primi anni '90. Due italiani vanno in Albania per aprire un calzaturificio con i fondi statali; si tratta però di una truffa - poichè quello che interessa ai due sono soltanto i fondi - e come presidente della società viene preso un vecchio demente scelto a caso in un ospizio. Il raggiro viene però subito scoperto ed il più giovane dei due italiani, Gino, si trova a dover fuggire dall'Albania insieme all'anziano farneticante: si uniranno alla marea di profughi verso l'Italia.
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