Regia di Jean-Luc Godard vedi scheda film
Terza tappa per Godard, se non sbaglio, che cita sé stesso ed i suoi colleghi della Nouvelle Vague durante il film. Il film è un omaggio dichiarato a Lubitsch, che appare nei titoli di testa, ed infatti è presente la leggerezza del tono, anche se si sente un certo tono didattico, che con gli anni aumenterà nel cinema del regista. Sta di base la scelta di Anna Karina, che diventerà sua compagna e musa ispiratrice. Un leggerezza tutta dovuta ad un rapporto stretto con il suo regista, da cui prende l’ispirazione e va anti in maniera naturale. La figura della donna, che è donna, è tutta misurata in questa esibizione e con la voglia di maternità a cui il maschio si sottrae. La femminilità sottile e leggera è la base di tutto il film, sottolineata dalle musiche di Legrand, che con i suoi stacchi ci porta quasi in un piccolo musical interrotto a tratti. Si nota appena la musa della Nouvelle Vague nel ruolo di sé stessa: Jeanne Moreau
una storia leggera, ma non banale
Legrand colpisce con piccoli stacchi, ma efficaci
una scelta di regia, dovuta anche alla reazione forte della sua seconda opera, che suscitò polemiche enormi in Francia, e che qui abbiamo solo un piccolo riferimento nell'intevento della polizia per un lancio di una bomba
davvero una raffinatezza ed una femminilità rara al cinema
il compagno innamorato, ma restio
in ruolo più di secondo ordine, ma ben caratterizzato
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