Regia di Jean-Luc Godard vedi scheda film
Terzo film di Jean Luc Godard, "Une femme est une femme" è una pellicola piena di spunti e idee teoriche, ma anche di messa in scena, che rientra pienamente nelle modalità espressive della Nouvelle vague, e al tempo stesso vuole essere un omaggio alla commedia musicale e ad un cinema classico da sempre mitizzato dal critico e cinefilo Godard. Costruito interamente sulla figura di Anna Karina, la giovane attrice danese che in quel periodo diventò la moglie del regista (anche se il matrimonio durò poco), il film ne esalta la bellezza abbagliante con una fotografia a colori e in Cinemascope del mago delle luci Raoul Coutard di forte effetto cromatico, da mettere senz'altro fra le migliori qualità del film. Per il resto è uno dei film dell'autore più vicino all'idea di commedia sentimentale, pieno di gag e digressioni nel suo tipico stile degli esordi, a tratti volutamente surreale e sopra le righe, perfino assurdo e un po' nonsense, anche se devo riconoscere che proprio questi elementi "bizzarri", soprattutto nei dialoghi fra la Karina e Brialy, segnano un lieve invecchiamento della pellicola di fronte all'audacia stilistica e alla potenza delle invenzioni di film come "A bout de Souffle" o "Vivre sa vie". Godard si diverte a sovvertire le aspettative del pubblico, piazza continue allusioni o citazioni visive e metacinematografiche (ad esempio l'apparizione di Jeanne Moreau in cui si allude a "Jules e Jim", non ancora uscito nelle sale all'epoca), gira una sorta di musical con una sola canzone, ripetuta due volte, di Anna Karina, anche se la musica di Michel Legrand è onnipresente e contribuisce ad un ricercato effetto nostalgico. La Karina sembra interpretare se stessa, ma mette a punto una serie di accorgimenti che la porteranno in breve alle sue prove memorabili in "Vivre sa vie" e "Pierrot le fou", Belmondo e Brialy stanno al gioco con consumata perizia e completano un terzetto di interpreti di naturale prestanza e straordinaria fotogenia. I bisticci di Angela ed Emile potranno sembrare stupidi e posticci a qualcuno? Però il film compensa con l'atmosfera, con la bellezza di una Parigi dove ci si vestiva ancora in giacca e cravatta o tailleur e non in tuta e sneakers, con una dichiarazione d'amore evidente al Cinema.
Voto 7/10
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