Regia di Kevin Reynolds vedi scheda film
Un film fatto dagli americani sulla guerra sovietico-afgana, con i personaggi di entrambe le parti recitate da attori occidentali (Kabir Bedi a parte). C'erano dunque tutte le premesse per un becero film di propaganda. Ma il livello di cialtronismo e idiozia che si raggiunge qui è insuperabile. E non parlo solo delle solite improbabilissime e illogicissime situazioni da film d'azione o di guerra reiterate per tenere alta la tensione, come la macchina (qui carro armato, ma potrebbe trattarsi benissimo di aereo o sommergibile) sempre sul punto di cedere di schianto, gravata da sempre più numerosi e gravi guasti; come gli uomini a piedi, per giunta con bazooka sulle spalle, corrono più veloci della bestia; come l'ambientazione che muta da un istante all'altro, a seconda delle necessità, facendosi improvvisamente da piatto e desertico verdeggiante o montagnoso; come l'assenza totale di comunicazioni elettroniche anche quando non ci sarebbe nessun impedimento a trasmettere notizie ai superiori e ricevere direttive. No, qui è l'apoteosi dell'assurdità di tutte le scene dalla prima all'ultima: il subitaneo bombardamento del poverissimo villaggio di case di sassi e fango (ma perché?) e annesso rastrellamento con lanciafiamme, la brutale punizione inflitta dal sadico comandante al suo riluttante sottoposto, che sembra pari pari traslata da un film western, l'avvelenamento da acqua infetta che uccide pressoché istantaneamente tutti i membri dell'equipaggio di un elicottero, l'intervento decisivo di un gruppo di donne afgane, a volto interamente scoperto!, che pur snobbate dai loro uomini li superano in astuzia (e resistenza fisica?); ma ce ne sarebbero, purtroppo, tante altre, perché non c'è una sola scena che si salva. I personaggi sono quanto mai machiettistici: da una parte e dall'altra. Ma tutti, senza nessuna eccezione, massimamente stupidi. Tempo perso sarebbe descriverne l'imbecillità e la superficialità della psicologia. In una guerra o guerriglia vera nessuno durerebbe più di tre minuti. Forse solo un dodicenne potrebbe non accorgersi della ciofega che gli hanno rifilato.
Non è la guerra, è la farsa. Di un'industria che sforna prodotti indecenti e trova sempre qualcuno che li guarda e ne rimane soddisfatto.
Vergogna.
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