Regia di Federico Fellini vedi scheda film
VOTO 7/8 POETICO (Tv Agosto 1999) Un inizio così così, del Fellini che proprio non digerisco ma poi una dietro l'altra idee registiche da capogiro. Una visionarietà grottesca, calda non fredda a differenza di molti altri artisti, sempre pronta al surreale, dove però la maniera è in agguato, vedi alcuni eccessi nel pur bellissimo episodio sul raccordo anulare. Ecco è proprio nell'eccessivo uso di materiale poetico che il regista a volte esagera, ma la sua arte non ha eguali sempre miracolosamente in bilico tra il banale e il prodigioso. Come al solito nel film lavorano grandi collaboratori, si vede e si sente (musiche perfette, cupe e angoscianti) per un omaggio, sintesi, analisi di una città, Roma, la regina delle grandi illusioni: la religione, il governo, il cinema. Scene da ricordare ce ne sono davvero molte (da storia del cinema la sfilata di "moda" e quella del bordello ad esempio), tutte integrate in questo amaro puzzle romano dai tempi del fascio agli anni 70, passando per la purezza della classicità, simbolicamente divorata dalla "nostra" aria. Una società in preda alla follia collettiva (la carica dei celerini) rappresentata alla perfezione nel finale con quel rumore assordante delle motociclette, nel silenzio eterno di una città impassibilmente vittima della modernità. Che malinconia ragazzi.
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