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Stefano Quantestorie

Regia di Maurizio Nichetti vedi scheda film

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La recensione su Stefano Quantestorie

di sasso67
4 stelle

Nichetti è stato uno dei pochi a crederci veramente, nella possibilità di un cinema italiano un po’ diverso dagli schemi che si è costruito nei cento e passa anni della sua storia. Con film produttivamente modesti, ma abbastanza riusciti, come “Ratataplan”, “Ho fatto splash”, “Ladri di saponette”, “Volere volare”, ha cercato una contaminazione tra il cinema classico (dal comico chapliniano al neorealismo), il mimo, il fumetto, il cartone animato, il mondo della pubblicità. Anche in “Stefano Quantestorie” si sbatte come un dannato, con un tour de force interpretativo che lo vede nei panni di cinque o sei (forse più) personaggi. E l’idea originaria era anche interessante, sorretta da una sceneggiatura che, nonostante tutto, non mostra incongruenze. Purtroppo, a un certo punto, quando si devono tirare le fila del discorso, l’insieme perde interesse, diventa confusionario, i personaggi divengono sempre più schematici (per farci capire quale degli eroi abbiamo davanti, Elena Sofia Ricci è costretta a stare sempre in uniforme da hostess) e ci si lascia andare un po’ alla noia. E tutto questo nonostante la bravura di diversi interpreti, a cominciare proprio dalla Ricci, per arrivare a due attori impagabili come Renato Scarpa e Milena Vukotic (i genitori di Stefano), fino ad alcuni caratteristi che provengono dal teatro dei mimi come lo stesso Nichetti, cioè Osvaldo Salvi ed Enrico Grazioli (gli ufficiali dei Carabinieri).

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