Regia di Dick Richards vedi scheda film
Dal vecchio Bogey al trasandato Elliot Gould, il personaggio chandleriano è diventato a poco a poco una icona. Ma forse è solo con la splendida interpretazione di Robert Mitchum che, davvero, è entrato nei cuori, forse di più rispetto agli altri due per una semplice motivo: se Bogey ne metteva in risalto il magnetismo e Gould la dimensione quotidianamente antieroica, Mitchum disegna un ritratto finissimo ed amarognolo del poliziotto privato. Un po’ cinico e un po’ disilluso, appesantito più che dal peso dagli anni che corrono via come un proiettile nella nebbia, si inserisce perfettamente nell’opaca atmosfera di una Los Angeles smarrita che osserva da lontano l’inferno bellico europeo, cammina disincantato al principio del suo viale del tramonto. Lo rapisce lo sguardo di Charlotte Rampling, che evoca i fantasmi di quella Vienna ferita (Il portiere di notte), malandrina selvaggia che salta dai salotti aristocratici alle imbarcazioni fuorilegge. Il Marlowe del crepuscolare Robert Mitchum è una presenza che segna, colpisce ed affonda, come la stessa nave sulla quale capisce che anche lui può essere fregato. E alla fine ci stanno sempre di mezzo le conseguenze dei sentimenti. Anche nel noir.
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