Regia di Sergio Grieco vedi scheda film
Il capitano di ferro è un soldato di ventura il cui unico scopo nella vita è vendicare la famiglia trucidata dai lanzichenecchi. È per questo che si mette al servizio del conte di Guastalla, che è in rotta proprio con Gualtiero di Rauschwitz e i suoi lanzichenecchi: parte così la sua missione di vendetta.
Sergio Grieco, classe 1917, ha diretto una quarantina di titoli in poco più di un quarto di secolo, tra il 1950 e il 1977; questo Il capitano di ferro trova il Nostro ormai maturo artigiano e appartiene con ogni evidenza al periodo d'oro del cinema cappa e spada made in Italy, quello dei film in costume, dei peplum e delle rivisitazioni storiche bene o male sempre pretestuose per inscenare qualche trama di cattivi prepotenti e buoni sfortunati, ma pronti a tutto pur di assaggiare un po' di vendetta. Così è anche nella presente sceneggiatura che reca le firme non proprio prestigiose di Fabio De Agostini e Stipe Delic (per quel poco, più noto come regista, croato) accanto a quella di Grieco sotto lo pseudonimo Aldo Segri; tanto mestiere, ça va sans dire, e tanta buona volontà per portare a casa l'ennesima pellicola poggiata in maniera traballante sulle spalle di un eroe positivo dal discreto fascino, aitante e soprattutto smanioso di farsi giustizia. Qui lo interpreta (apprezzabilmente, per i limiti del contesto) l'uruguayano Gustavo Rojo in una delle sue non molte sortite in terra italiana; altri nomi degni di nota nel cast sono poi quelli di Barbara Steele, Mario Petri, Fedele Gentile, Fred Williams e Susan Terry. Il ritmo è sostenuto, ma la storia piuttosto blanda. I mezzi, invero, modesti. Coproduzione tra Italia e Jugoslavia. 2,5/10.
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