Regia di Sebastiano Rizzo vedi scheda film
"Crime story"ben scritta e girata, ma abbastanza "convenzionale"
Luigi è un ragazzo napoletano, figlio di un boss della malavita,perennemente in galera,il quale probabilmente sta scontando un ergastolo e perciò viene allevato da una nonna e una madre affettuose, ma omertose sulle attività illecite della famiglia,sullo zio che compie feroci spedizioni punitive ai danni dei commercianti,che non pagano il pizzo.In bilico continuo tra giusto e sbagliato, tra padrini avidi e padri putativi, alla ricerca costante di un punto di riferimento,trova nel suo professore di educazione fisica, il suo mentore,attraverso cui cerca un percorso alternativo, ad una vita che sembrerebbe segnata.Luigi resiste,ai compagni caduti sotto i colpi di pistola, alla violenza dello zio, alle irruzioni della polizia e a quel padre assente,che però vorrebbe per lui un'altra vita. Un'arresto' imprevisto, sarà provvidenziale e gli consentirà di guardarsi dentro per conoscere la sua vera natura.
Il regista si pone e ci pone un grande interrogativo, a cui è difficile dare risposta,le colpe dei padri devono ricadere sui figli?Ovviamente non sarebbe giusto,ma purtroppo accade, spesso è veramente difficile affrancarsi, da un destino che sembra scritto, a Luigi spesso gli dicono "sei un figlio d'arte"anche se lui sistematicamente ripete di non essere come il padre ed è costantemente in fuga dal malaffare e alla ricerca di una vita normale.
Sebastano Rizzo il regista, gira una "crime story"tutto sommato convincente,ispirandosi alla vera vita di Luigi di Cicco,con una regia asciutta e scorrevole,aiutato da interpretazioni soddisfacenti,tuttavia non aggiunge niente di nuovo, a quanto già visto tante altre volte.Ancora per l'ennesima volta, la criminalità parla il napoletano.Biagio Izzo, nel suo primo ruolo drammatico non sfigura,la sua recitazione è sobria e compassata,al contrario delle sue abituali "performance" comiche, che sono quasi sempre abbondantemente sopra le righe.
Non male,anche se non molto originale.
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