Regia di Christian Bisceglia, Ascanio Malgarini vedi scheda film
Seconda regia -dopo Fairytale- della coppia Bisceglia/Malgarini, per un horror italiano (girato in inglese) che vede coinvolta anche Rai Cinema.
Messina, 24 dicembre 1908. A villa Hoffmann, il piccolo Peter compie ripetute cattive azioni, che colpiscono animali indifesi e servitù. La madre, vedova dopo il suicidio del marito, in una poco obiettiva difesa, copre ogni malefatta del bambino. Dopo aver torturato un cane, Peter subisce le ire di Alfredo, il proprietario: viene rinchiuso vivo in una bara. Le intenzioni di Alfredo non sono però così estreme, intendendo liberarlo in seguito. Purtroppo, il 28 dicembre 1908 un terremoto rade al suolo la città. Peter rimane rinchiuso nella cassa, e dimenticato dai sopravvissuti.
A distanza di oltre cento anni, l'archeologo inglese Norman si trasferisce a Messina con la figlia sordomuta Liz, per restaurare un locale cimitero. Norman è vedovo da poco e la piccola Liz, traumatizzata per la perdita della madre, tenta di evocarne lo spirito. Qualcuno dall'aldilà si presenta a Liz, ma non è la madre, bensì Peter.
Christian Bisceglia e Ascanio Malgarini tornano sulla scena. Perché questo Cruel Peter fa seguito ad un'analoga produzione (sempre sponsorizzata da Rai Cinema) del 2012. In quel contesto (Fairytale) i due registi guardavano ad un horror americano ispirato dal mito della Fata Dentina, dal titolo Al calar delle tenebre (2003). Fairytale è un (non) horror che è stato dimenticato velocemente, nonostante sia spesso ospite nella programmazione della Rai.
Di Fairytale così, a suo tempo, ne abbiamo scritto su Il davinotti:
"Regia, scenografie, dialoghi, interpretazioni: tutto molto professionale, ben costruito e confezionato. Al punto che se questo mai fosse il primo horror che vedete potrebbe anche appassionarvi. Ma purtroppo la storia è ormai l'ennesima: quella del fantasma e della bambina (alla orientale, ovviamente) che ha "luccicanze". 84 minuti possono, così, diventare un'eternità quando ogni passaggio è più che prevedibile. La paura non c'è, il mistero latita... Un'occasione sprecata, perché qui c'è talento tecnico ma non innovazione narrativa."
Purtroppo con Cruel Peter Bisceglia e Malgarini fanno un ulteriore passo indietro. Rimangono tutti i difetti del film precedente, in particolar modo l'uso insistito di CGI e un eccesso di situazioni horror, assemblate in maniera bulimica: fantasmi che prolificano a non finire, una non meglio precisata strega e, per chiudere in bellezza, uno dei più brutti esorcismi, a base di acqua santa, mai girati. Ma il limite più grande resta l'evidente tentativo di emulare (ancora!) il J-horror con figure che ricordano inevitabilmente gli abusati spettri di The ring e The grudge.
Dio solo sa quanto vorremmo trattare positivamente di Cruel Peter, ma i pregi -che pure ci sono (validi attori e una discreta scenografia)- svaniscono di fronte ai tanti difetti. Peter Cruel non fa paura (e per un horror rappresenta l'obiettivo mancato), si dilunga in situazioni impossibili (le apparizioni del corpo di Peter che lo fanno assomigliare a un ammasso di terra, tipo Swamp Thing) e fa percepire i 95 minuti di durata un tempo infinito. Inizia male, procede nel caos e finisce peggio. Presentato il 3 luglio 2019 al Taormina Film Festival, ha trovato per ora la via distributiva solo in Russia (il 06/02/2020). Ci sarà pure un motivo, se è ancora in sospeso il rilascio ufficiale nella patria d'origine.
"Quel posto era da lungo tempo in balia della polvere e delle ragnatele, della solitudine e del silenzio. Mi sembrò di muovermi fra le tombe e di disturbare l’intimità dei morti, quella prima sera in cui salii nel mio appartamento. Per la prima volta nella mia vita, un timore superstizioso entrò in me e, quando superai un angolo oscuro della scala e una ragnatela invisibile fece ondeggiare la sua trama inconsistente sul mio viso e vi si appiccicò, fremetti come se avessi incontrato un fantasma." (Mark Twain)
F.P. 04/03/2020 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 95'02")
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