Regia di Christopher Nolan vedi scheda film
Intenso spettacolo bellico che parte da dei drammi interiori per arrivare all'essenza della Storia e dei suoi involontari protagonisti 8 INTENSO
War movie dalla grande intensità: spettacolare, psicologica. L'empatia dunque scatta subito e subito entriamo nella 'bolla storica' della sacca di Dunkerque, immedesimandoci nei personaggi attirati come in un vortice verso il messaggio d'autore attraverso la riuscita narrazione incrociata. Christopher Nolan di solito la prende larga, ma in questo caso in poco più di 1H30m compie un capolavoro di sintesi (almeno per lui) compattando molti contenuti e cogliendo l'essenzialità della situazione. Si respira la tarda primavera del 40, la sensazione della sconfitta, il pericolo imminente del nazismo. Vogliamo fuggire, scappare, sopravvivere. Come i soldati sulla spiaggia... E come in un incubo il male è più percepito che visto (i tedeschi si vedono solo fuori fuoco o nascosti nei loro aerei), lasciando il focus su quello che succede dentro di noi e non fuori. Questo dramma interiore e individuale nelle mani del regista è la partenza per arrivare attraverso la coscienza comune in un grande manifesto di orgoglio nazionale. Dunkirk è questo e forse molto altro anche per l'elevata emergenza comunicativa del fatto storico in chiave britannica/francese, una sorta di Caporetto/El Alamein per l'Italia o Stalingrado per i tedeschi, tanto da racchiudere in se stesso i caratteri salienti di un'intera nazione. E lo fa con impeto e talento visivo come negli splendidi duelli aerei e nella brillante idea di tenere la violenza e la crudezza delle immagini quando è possibile in secondo piano a favore del climax e del pathos, grazie anche alle notevoli musiche di Zimmer (il tema guida del 'ticchettio' è decisamente ansiogeno!)
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