Regia di Christopher Nolan vedi scheda film
Per fortuna, il grande cinema ogni tanto torna ancora a fare capolino nelle sale. "Dunkirk" reinventa le potenzialità del war-movie e del cinema epico alla "Salvate il soldato Ryan", di cui riprende l'eccellenza dei primi venti minuti di combattimento, che mantiene dall'inizio alla fine, ma rispetto al quale è privo della retorica patriottarda e melensa che ne inficiava diversi momenti. È un film di cui colpisce il virtuosismo stilistico e la costanza delle invenzioni visive, il montaggio spesso adrenalinico che accompagna sequenze dai valori figurativi sempre elevati e a tratti coraggiosamente astratte e quasi mute, dove la musica di Hans Zimmer contribuisce a conferire quell'aura solenne che già si respirava nella "Sottile linea rossa" di Malick, di cui Nolan rifiuta il misticismo e il panteismo in favore di una lettura molto più "terrena". Quel che conta è che il film appassiona e coinvolge in termini spettacolari impeccabili e con una regia originale che ha il coraggio di staccarsi da molte convenzioni del film di guerra; in questo caso non mi preoccuperei troppo di alcune libertà che il regista si può essere preso con la Storia tramandata dai manuali scolastici. È un film di regia che reinventa il potere della visione, come in passato lo fecero altri grandi visionari come Eisenstein o von Stroheim, dove ogni componente è curata con scrupolo maniacale, dal sound design ricchissimo alle posizioni della macchina da presa al movimento degli attori. Fra questi, difficile giudicare le performance individuali,anche se Fionn Whitehead e Aneurin Barnard sono molto espressivi e conferiscono ai rispettivi personaggi una tensione interiore che nel finale si confronta con motivi spirituali, ma senza scivolare nel gratuito. Tra le star reclutate mi è piaciuto soprattutto Mark Rylance nella parte del comandante dell'imbarcazione che affronta il pericolo pur di salvare le vite dei suoi compatrioti, anche se proprio l'episodio in cui figurano Rylance e Cillian Murphy risulta, in definitiva, il più debole a causa di alcune inverosimiglianze nella scrittura e nella caratterizzazione dei personaggi. Per me un'opera magistrale, da annoverare fra le migliori degli ultimi anni, che richiede più di una visione per essere apprezzata a fondo. Chapeau, mister Nolan! Grazie per averci fatto vedere che anche il cinema di oggi può toccare le vette dell'intrattenimento intelligente quando è guidato da un regista audace che si prende i suoi rischi.
Voto 9/10
Dunkirk (2017): scena
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