Regia di Christopher Nolan vedi scheda film
Ormai abbiamo capito che se un regista di successo nel business del cinema d'intrattenimento aspira a nobilitare la sua carriera, allora, non deve far altro che mettere in scena una pagina della Grande Guerra o di una qualunque a stellestrisce. Mi aspetto, perciò, un'investitura solenne di Nolan come si usa nel Regno Unito, specialmente dopo questo film sull'eroica resistanza militare e civile degli Inglesi. Comunque, ho gradito molto il fatto che i dialoghi siano ridotti all'essenziale e che siano secondari rispetto alle immagini; non come negli altri film di Nolan, infarciti di discorsi logorroici pseudo-scientifici-filosofici. Si tratta di un esercizio di stile, il tentativo di fare del cinema puro, o meglio, un action puro. Montaggio alternato, vertiginose riprese aeree, sequenze alla slapstick comedy. Non si puó negare che Nolan sia dotato di un raffinato e robusto gusto dell'immagine che sarebbe sbagliato dare per scontato. La pellicola si presenta nella forma di una collana di episodi da thriller, come ha evidenziato lo stesso autore. La sua finalità è una rappresentazione il più verosimile possibile di fatti ipotetici ispirati ad eventi realmente accaduti. Voglio sperare che nessuno creda davvero di aver fatto un giro sulla macchina del tempo. Una cosa è credere di vedere; una cosa è vedere direttamente a distanza di sicurezza; un'altra è vivere le esperienze all'interno. È sempre bene farlo presente. Quindi cosa abbiamo realmente visto? La parte umanistica non va oltre un approccio retorico-convenzionale alla Libro Cuore. Non ho trovato traccia di significati trascendentali, ossia, oltre i fatti non c'è altro. Pensiamo alle foto dei reportage di guerra. Uno scatto non è mai la pura riproduzione di un fatto che accade sotto agli occhi del fotografo, ma è concepito per comunicare una verità, un senso, uno spirito, che va aldilà del semplice fatto e che non puó essere detto in altro modo, verbalmente. E, comunque, anche nel cinema da Coppola a Bigelow, per non parlare di Malik, la guerra non è mai stata trattata come una sequenza di pure azioni, priva dI senso umanistico. Puó andare anche bene così. Tuttavia se analizziamo lo spettacolo in sè non notiamo granchè di originale. La suspense è abbastanza ordinaria, in linea con tanto cinema catastrofico. Non sviscera la psicologia umana come in Hitchcock. Spielberg ha fatto di meglio in La guerra dei mondi. Si pensi alla scena del traghetto. Resta da chiedersi quale sia il discorso estetico espresso da Nolan: realismo assoluto con finalità spettacolari? Quale via artistica persegue? Ci sono intenti polemici nel suo modo di concepire il cinema o c'è principalmente la preoccupazione del botteghino? Per ora, lascio in sospeso il quesito riservandomi ulteriori approfondimenti. Certo a riguardare il suo curriculum propenderei per l'ambizione materiale se non fosse per il fatto che gli riconosco un certo spirito giocoso che appartiene a tutti i grandi cineasti. La genialità la terrei da parte. Sì le opere di Nolan sono virtuosistiche come certi musicisti che sanno suonare tutte le note perfettamente senza riuscire ad esprimere altro che la loro perizia tecnica. Il genio trascende il virtuosismo. Purtroppo, oggi, è un'epidemia in tutte le arti popolari, di massa; non so ben dire se accade lo stesso nel teatro, nella musica e nelle arti figurative. Non credo, poiché non attecchiscono presso il grande pubblico. Cos'altro? Penso che sia il film di Nolan che preferisco. Mi piace la scelta del punto di vista di uno dei protagonisti, un soldato delle retrovie poco più che adolescente, come in tutte le guerre, preoccupato solo di mettersi in salvo, eppure, non privo di impeti di umanità. Quel tanto che basta affinchè non sembri un resoconto di topi in fuga. Cosi sarebbe stato davvero originale e shoccante. Cos'è l'Arte senza shock? Rivedersi come i nostri primordiali progenitori: topi. Avete notato il taglio dei capelli di tutti i ragazzi? Molto fashion! Purtroppo la realtà è che il pubblico pagante chiede al cinema di fargli da specchio abbellente... o da surrogato sessuale (lo preferisco).
p.s. : ;-))
p.s. 2 - risposta a mck (che non riesco a postare) in cui spiego meglio cosa intendo per "specchio abbellente":
Il cinema è linguaggio per immagini. Ed è a quelle che presto maggiormente attenzione quando guardo un film. Si sa che il diavolo si nasconde tra i dettagli. Vuoi fare un film iperealistico e poi i tuoi soldatini hanno tutti le basette e i capelli perfettamente definiti? L'industria avrà incaricato un team di addettI al parrucco da milioni di $. Devono pur guadagnarsi la pagnotta. È come per l'industria delle armi: esiste ed in qualche modo deve fare profitti. Alla gente spaventa la realtà nuda e cruda quindi preferiscono fare come le famosi 3 scimmiette, ossia, non vedere, o, vedere solo ciò che si vuole. Diciamo che certi accorgimenti estetistici sono furbate semi-subliminali.
p.s. 3:
La chiave del film non sta tanto nell'eroismo del bambino ma nella reazione, apparentemente anti-moralistica dell'uomo alla guida del battello di salvataggio. Io mi sono chiesto: ma perchè una soluzione narrativa così estrema che poteva benissimo essere evitata? A ben vedere si tratta di un sacrificio rituale per far emergere una morale vetero-patriarcale. Cioè Nolan vorrebbe convincerci di essere super-partes, equidistante, da qualsiasi moralismo, specialmente quello pacifista di cui è impregnato tanto cinema dagli anni 70 in poi, pur ignorando (o fingendo di ignorare) di seguire la moda dei tempi in cui si assiste ad una diffusa e rabbiosa richiesta di smantellare qualsiasi retorica "progressista/umanitaria" col fine di tornare a presunti valori originari. Anche in Batman respiriamo la stessa aria. Il risultato, alla fine, è una visione fortemente manichea dove le forze antagoniste, aliene, sono nettamente disumanizzate, demonizzate, ossia, rappresentano il male assoluto. In questo film sono addirittura incorporee, puri spiriti distruttori. È questa la ragione per cui la suspense è poco convincente. Troppo orrore, thriller, tensione, pathos, alla Hitchcock, innescherebbe una reazione di ripulsa per la guerra, quindi, sentimenti pacifisti, un desiderio di superamento della morale patriarcale. Addirittura, in gran parte dei film di Hitchcock, tra l'altro, connazionale di Nolan, siamo spinti a provare sentimenti di condivisione umana con il criminale che, qui, ci viene totalmente negata.
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