Regia di Cosimo Gomez vedi scheda film
I personaggi di questa commedia nera di Cosimo Gomez sono veramente "brutti e cattivi"; tanto i "buoni" quanto i cattivi. Tra i primi troviamo alcuni "freaks" - un mendicante privo di gambe, la sua compagna priva di braccia, un rasta eternamente strafatto, un nano che eccelle tanto nel rap quanto nell'arte dello scassinare casseforti. I quattro, tramite una rapina, s'impossessano di un notevole quantitativo di denaro sottraendolo alla mafia cinese, la quale ben presto si attiva per recuperarlo; come se non bastasse, tra i quattro sono pochi coloro disposti a dividere la somma con gli altri. Infine, sulla rapina ed i fatti successivi, indaga la polizia, comandata da un pedante commissario. L'intreccio è complesso, lo scioglimento rapido. I colpi di scena non mancano, ed una sorta di lieto fine assicurata. Ma il valore dell'opera non è tanto nella storia quanto nella caratterizzazione dei personaggi e nella ricostruzione del loro ambiente. Tanto i freaks quanto gli altri personaggi sono rappresentati con tratti e connotati caratteriali grotteschi, volutamente enfatizzati. Deformi ma intelligenti i componenti della "banda"; stolidi ed inutilmente feroci i cinesi; notevolmente stereotipato il commissario di polizia. I personaggi agiscono in una periferia romana contemporanea ed irreale, desolata ed indifferente alla sorte di questi "ultimi", finchè essi tentano di ribellarsi alla sorte, attirando su di loro la nefasta "attenzione" dei veri cattivi, e l'interesse, altrettanto sgradevole, nel contesto rappresentato, delle Istituzioni, ivi rappresentate non solo dalla polizia ma anche da un personaggio di Chiesa che nasconde diversi segreti. Nella dura competizione, finiscono per prevalere i personaggi "meno peggiori"; quelli che non hanno tramato per ingannare gli altri. Tra gli attori, spicca Claudio Santamaria, specchio di un certo tipo di personaggio del popolo abituato a vivere alla giornata, di espedienti, ma con la capacità di pensare in grande. Volgare - ma mai "gratuitamente" ed autoironico, grazie alla propria forza di volontà riesce a superare tutte le difficoltà. Gli fanno contorno validi comprimari, tra i quali ho particolarmente apprezzato "Simoncino" Martucci, attore e musicista affermatosi dopo un'adolescenza trascorsa tra tanti problemi ed eccessi. Il montaggio del film è frenetico; tutto, dagli sfondi ai colori dei costumi, trasmette vivacità ed esalta l'"eccessività" della narrazione. Un film poco comune, sopra le rgihe, divertente, graffiante, ed a tratti triste, nei momenti non rari nei quali il regista riesce ad evidenziare i legami della vicenda - di fantasia - con alcuni aspetti della nostra realtà; le difficoltà degli "ultimi" e l'indifferenza delle Istituzioni di fronte ad esse.
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