Regia di Cosimo Gomez vedi scheda film
Una gang di medicanti, nani e disabili si mette in testa di sottrarre 4 milioni di euro nientemeno che alla mafia cinese.
Ma non sarà una passeggiata...
Politicamente scorretto è la parola d'ordine che contraddistingue tutto il film, che trasuda aspetti di sgradevolezza che rafforzano lo straniamento dello spettatore. Una storia ambientata nella più deprimente periferia romana e che si coagula intorno ad una umanità emarginata che tuttavia non si rassegna ad una sopravvivenza di briciole, ma aspira pure essa al sogno borghese di una Panda tutta per sé e magari una bella villa con piscina (con acqua filtrata, ovviamente).
Mettendo da parte ogni convinzione che un handicap fisico sia uno strumento per un posto privilegiato in Paradiso o un segnale sulla Terra che fornisca il senso del limite, Gomez mette in scena personaggi sempre al limite i quali, cimentandosi all'interno delle continue evoluzioni del registro narrativo (dall'action-movie Tarantiniano al grottesco felliniano al classico noir), agiscono come epigoni dei titani contro l'ingiustizia della loro esistenza, e senza mai mostrare quella stessa compassione che essi in ragione delle loro menomazioni richiederebbero ai "normali".
Se per Gomez è l'occasione di uscire da dietro le quinte e proporre una sua visione cinematografica magari non originalissima, ma almeno non mainstream, anche per i protagonisti (da Santamaria a Serraiocco a D'Amore) c'è la possibilità di sperimentare ruoli inediti e diversi dal tipo di personaggio a loro richiesti di consueto.
Gradevole, nonostante un epilogo "buonista" non del tutto in linea con il resto del racconto.
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