La recensione su Tito e gli alieni

di champagne1

6 stelle

Conduce in Nevada un progetto per contattare la vita nello spazio profondo, ma ormai le sue ricerche languono e rischia di esserne esonerato. La sua esistenza, sempre più abbandonata ad un flusso depressivo, viene di nuovo stimolata quando si dovrà occupare dei suoi nipotini dopo la morte del fratello ...

Paola Randi arriva al suo secondo lungometraggio dopo 7 anni dal primo lusinghiero Into Paradiso.

Si cimenta con una storia quasi sognante, piena di malinconia, soprattutto nel momento in cui segue il piccolo Tito, già orfano di madre che perde il padre a soli 7 anni e fa fatica ad elaborare il lutto. Nel giro di piccole e grandi sofferenze che la vita di ognuno dei personaggi principali manifesta, la storia scorre quasi placida nella luminosità abbacinante del deserto con grandi riferimenti alle opere di Spielberg (in particolare il finale alla Incontri Ravvicinati), scegliendo alla fine una soluzione poetica che fa comprendere che il film ha una matrice culturale diversa da quella media americana.