Regia di Joe D'Amato (Aristide Massaccesi) vedi scheda film
Undici giorni, undici notti è il miserrimo tentativo ampiamente fallimentare di clonare Nove settimane e mezzo (Adrian Lyne, 1986), successo mondiale e pellicola che rilanciò l'erotismo più esplicito sul grande schermo. Nel nostro piccolo, anche in Italia si provò quindi a scimmiottare i torbidi incontri fra Rourke e la Basinger, ma con uno svogliato Joe D'Amato in regia - già da qualche anno introdottosi trionfalmente nel regno della pornografia - e con una sceneggiatura catastrofica parto della coppia (artistica come nella vita) Drudi/Fragasso, già nota nell'ambiente degli Z-movies e qui coperta da pseudonimo: Sarah Asproon è la prima, il secondo è Clyde Anderson. Trash oltre il livello di guardia: dialoghi insensati, falle logiche tremende, personaggi di una inconsistenza quasi sorprendente, e per di più con un voyeur dietro la macchina da presa costretto a rimanere calmo, a non sconfinare nell'hard, a non eccedere come ormai d'abitudine per D'Amato. Il risultato è quello che si può immaginare: per gli adoratori degli 'scult' si tratta certamente di un lavoro di grande interesse, ma per tutti gli altri è assolutamente da evitare; un esempio chiarificatore che valga per tutti: lui guarda una vhs amatoriale di lei che si masturba; la videocamera/macchina da presa del filmino si muove attorno alla donna, evidenziando in maniera banale e grossolana che non è sola. Di erroracci così il film è pieno: qualcuno potrà goderne, altri ne rimarranno snervati, ma questo è il tenore del lavoro. Nonostante tutto ciò (e nonostante gli attori mediocri), tre anni dopo D'Amato girerà un Undici giorni, undici notti 2. 1/10.
Da un torbido incontro fortuito in viaggio nasce la relazione fra lei e lui. Lui, però, sta per sposarsi. Ma lei continua a cercarlo e lui, morbosamente, ad assecondare le voglie della donna nonostante i preparativi per il matrimonio.
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