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Castelli di ghiaccio

Regia di Donald Wrye vedi scheda film

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La recensione su Castelli di ghiaccio

di maso
10 stelle

 

Tearjerker indimenticabile figlio dei magici anni 70 che rappresenta a mio parere la gemma più luminosa di un filone di pellicole incentrate in ambiente sportivo in cui il protagonista rimane vittima di un grave incidente o viene colpito da un male inesorabile e con la forza della volontà e i sentimenti sinceri delle persone che lo circondano riesce a combattere la sua battaglia nella vita, i più famosi sono il bellissimo Bobby Deerfield di Pollack anche se la trama è un po' diversa da Castelli di ghiaccio che invece ha tantissime analogie con Una finestra sul cielo che gli è di molto inferiore, anche Batte il tamburo lentamente è ascrivibile a questo genere e L'ultimo sapore dell'aria di Ruggero Deodato che alle nostre latituidini provò a trattare questo soggetto con risultati non eccelsi.

Castelli di ghiaccio narra la storia di Lexie, una giovane pattinatrice di grande talento che vorrebbe gareggiare alle olimpiadi anche se essendo sedicenne è già un po' avanti con l'età per intraprendere questo percorso, le sue ambizioni sono condivise anche da Nick, il suo giovane fidanzato brillante giocatore di hockey.

L'occasione di emergere verrà offerta a Lexie da Deborah Mackland, un'esigente e rigorosa allenatrice della squadra di pattinaggio statunitense che oltre all'indiscusso talento della ragazza sui pattini intravede in lei anche un personaggio di sicuro impatto mediatico dovuto alla sua innegabile bellezza e dolcezza: Lexie infatti ha dei lunghi capelli biondi e due occhioni blu che colpiscono al primo sguardo e in generale un aspetto angelico che si intona alla perfezione con le evoluzioni sul ghiccio.

Il prezzo del successo però tirerà un brutto scherzo a Lexie allontanandola da Nick che si sta scontrando con le stesse problematiche nella sua carriera di giocatore ma per la ragazza il conto da pagare sarà salatissimo con un tragico imprevisto che cambierà la sua vita per sempre, la possibilità di recuperare l'equilibrio perduto le verrà offerta proprio da Nick e i suoi cari che l'hanno sempre sostenuta e messa in guardia dalle insidie che si nascondono dietro i castelli di ghiaccio che sono difficili da scolpire e come i sogni che muoiono all'alba si sciolgono facilmente.

 

 

Visualizza immagine di origine

Lexy si specchia in un castello di ghiaccio

 

 

Il film è scritto benissimo e girato anche meglio e bisogna applaudire Donald Wyre che veniva dai documentari ed era al suo esordio sul grande schermo: ottimo lavoro con gli attori e bellissime le riprese sportive sul ghiaccio non solo per le pattinatrici ma anche per le sequenze dedicate all'hockey, Wyre sembra avere sempre le idee chiare in ogni sua scelta e dimostra anche di avere un notevole gusto ed inventiva, basta pensare alla sequenza sui titoli di testa in cui Lexie compare fra la nebbia mattutina mentre compie evoluzioni sul ghiaccio nella campagna immortalata in un morbidissimo ralenty che permette allo spettatore di godere al meglio i suoi movimenti il tutto sugellato da una fotografia che fra il bianco del ghiaccio e il nero degli alberi non sembra neanche a colori ma osservando i biondi capelli della protagonista si capisce che lo è.

Un'altra bella trovata di Wyre è quella di sfocare le immagini dandoci il punto di vista di Lexie e farci capire direttamente il suo dramma  come se avessimo subito il suo tragico destino.

Tutti in parte gli attori ma oltre ad un convincente Robby Benson nel ruolo di Nick che al tempo era l'attore giovane di punta del cinema americano chi fa veramente funzionare il film dall'inizio alla fine è la splendida Lynn-Holly Johnson nel ruolo di Lexie senza la quale 

Castelli di ghiaccio non sarebbe stato mai realizzato: la produzione voleva un'attrice affermata nel ruolo della protagonista ma ben presto capirono che non si può trasformare un'attrice in una pattinatrice in breve tempo e neanche con una regia accurata ed acrobazie in sala di montaggio si sarebbe potuta mascherare la differenza fra un'attrice vera ed una controfigura, quindi l'unico modo per risolvere il problema era scegliere una pattinatrice con il giusto aspetto e capace di recitare.

La scelta ricadde sulla angelica Lynn-Holly Johnson che ovviamente sui pattini è una meraviglia ma va applaudita anche per come ha dato vita ad un personaggio per niente semplice da interpretare, Wyre concede tantissimi primi piani al suo bellissimo viso e soprattutto ai suoi enormi occhi blu tanto che la Johnson è bravissima a renderli vivi ed espressivi durante la sua ascesa al successo quanto gelidi e vuoti dopo la catastrofe.

Il film tratta molti temi e li centra tutti alla perfezione: la difficoltà di realizzare i propri sogni, il prezzo del successo con le invidie e le privazioni che può far scaturire, l'importanza e la forza del vero amore.

Coloro che non amano il genere sentimentale possono starne alla larga tranquillamente e vedere escrementi come Avatar o La forma dell'acqua ma se vi piacciono le sfide e se riuscite a trovarlo provate a vederlo: se non vi commuoverete al bellissimo finale vuol dire che il cuore non funziona tanto bene o è alquanto piccolino.

La musica di Marvin Hamlich avvolgente e romantica ammanta di candore il film rendendolo perfetto.

 

 

 

 

 

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