Regia di Ermanno Olmi vedi scheda film
Grigio è il colore della pellicola, bianco e nero foschissimo che ben rende le atmosfere della metropoli a testa bassa, immersa nel lavoro, che è questa Milano di fine anni '50; grigio è lo stato d'animo del protagonista, un Alessandro Panseri non professionista e non proprio esaltante; grigio è l'umore di tutto il film e di tutto il racconto, che dal grigio famigliare di Domenico parte e nel grigio-burocratico-routinario dell'ufficio si conclude. Il posto è tutto ciò che che per Domenico conta, seppure siano solo le aspirazioni a sistemarlo da parte dei genitori a smuoverlo, è una rinnovata meta esistenziale nella moderna civiltà che freneticamente bada soltanto al risultato: concretezza e rapidità. Ovvero tutto ciò che al ragazzo manca, svogliato, indolente e timido com'è. Molto buone le costruzioni dei personaggi, belle le atmosfere, qualche dubbio come detto sul cast.
Il giovane Domenico, di famiglia modesta, va a fare un concorso a Milano: entra in una ditta come usciere, senza entusiasmo alcuno, ma pur di lavorare si accontenta. Conosce così una simpatica collega e comincia a frequentarla nei rari momenti in cui la incontra per caso. Lei lo invita alla festa di capodanno, lui litiga con i suoi per andarci, ma quando arriva alla festa la ragazza non c'è, nè mai si presenterà. Tutto ricomincia come daccapo, al lavoro.
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