Il giovane Domenico Cantoni giunge in città per partecipare a un concorso indetto da una grande azienda. Domenico supera il concorso e, insieme a lui, lo supera anche Antonietta una ragazza conosciuta agli esami. Domenico, però, per il momento, deve accontentarsi di fare l'aiuto usciere anche se, più di questo, lo preoccupa il fatto di non poter più rivedere Antonietta che ha dei turni differenti. La ragazza però lo invita al ballo aziendale di fine anno. Domenico vi partecipa, ma Antonietta non arriva. Deluso, Domenico torna al lavoro dove apprende che, per la morte di un anziano impiegato, prenderà il suo posto. Delicata, ironica, ma anche feroce rappresentazione del mondo del lavoro nella Milano affaccendata degli anni Sessanta (si vedono gli scavi della metropolitana) raccontata sullo sfondo di un'amicizia che non si trasforma in amore.
Volutamente anti-spettacolare e lineare nella costruzione narrativa, il film si colloca fra gli esempi migliori di un cinema che presta grande attenzione alle psicologie e ai drammi privati dei protagonisti e delinea un quadro sociologicamente attendibile, del mondo impiegatizio di una città come Milano agli inizi degli anni ’60.
Voto: 7, 333 su 10 Prosegue nella tradizione del neorealismo e scatta una fotografia accurata del mondo del lavoro, con occhio critico di fronte a dinamiche alienanti del mito del posto fisso. rivendica la sua originalità nell'attenzione affettuosa e intimista ai piccoli gesti e agli sguardi intimoriti dei ragazzi.
L'ingresso nel mondo degli adulti di un giovane della periferia.Il lavoro, l'amore.Il 68 nell'aria.. una società formalista,arretrata rispetto ad oggi per l'assenza della tecnologia.Ma tutto è com'era,l'alienazione della persona in un lavoro che è solo reddito.Il paternalismo padronale che però offriva "posti". Triste spaccato del boom economico.7½
Neorealismo degli anni 60, gente del nord Italia sogna il posto fisso in fabbrica dove l'ingegnere è una figura quasi divina, e gli altri solo numeri; situazione quasi fantozziana però qui la tristezza prevale mentre un adolescente muove i suoi primi passi nel mondo. Piccolo capolavoro poetico, amaro e volutamente 'antico'. Non per tutti i gusti.
Tra i primi film di Olmi questo "Il posto" ha un fascino speciale ancora oggi. È un film che riprende in pieno la poetica del Neorealismo ma aggiornata all'Italia del nascente Boom economico, con una storia dolceamara dove Olmi può già mostrare la sua simpatia per gli individui delle classi popolari, senza forzature ma con molto affetto per i personaggi. È un'opera… leggi tutto
Grigio è il colore della pellicola, bianco e nero foschissimo che ben rende le atmosfere della metropoli a testa bassa, immersa nel lavoro, che è questa Milano di fine anni '50; grigio è lo stato d'animo del protagonista, un Alessandro Panseri non professionista e non proprio esaltante; grigio è l'umore di tutto il film e di tutto il racconto, che dal grigio… leggi tutto
Superato nei temi e nella regia (oggi quei lunghi silenzi sono improponibili), lento e noioso.
Trama: giovanotto dell'hinterland milanese grazie a una lettera di raccomandazione viene assunto da una grande azienda, inizialmente come fattorino. Prova simpatia reciproca per una giovane collega, ma la cosa si ferma lì. In seguito al decesso di un impiegato, prenderà il suo posto.… leggi tutto
Il posto fisso è il "mito" che ha accompagnato generazione di Italiani al lavoro, in particolar modo quelle che uscivano devastate dalla seconda guerra mondiale. Generazioni che desideravano lasciarsi alle spalle le tribolazioni del conflitto con un mestiere che non garantisse il mero sostentamento bensì quel senso di sicurezza e stabilità venuto a mancare…
Grosseto, 14 dicembre 1922 – Milano, 14 novembre 1971
"Non guardate i film, fateveli raccontare." (parafrasi di una "cit. & sic!" sui libri.)
E va bene, 100 di questi giorni no, m'almeno…
Superato nei temi e nella regia (oggi quei lunghi silenzi sono improponibili), lento e noioso.
Trama: giovanotto dell'hinterland milanese grazie a una lettera di raccomandazione viene assunto da una grande azienda, inizialmente come fattorino. Prova simpatia reciproca per una giovane collega, ma la cosa si ferma lì. In seguito al decesso di un impiegato, prenderà il suo posto.…
Lo sguardo assonnato di Cantoni Domenico si sveglia all'alba nel suo letto sistemato nella cucina nel piccolo appartamento che condivide con genitori e fratello nelle case di ringhiera nel borgo di Meda in Brianza, zona allora ancora rurale la cui popolazione giovanile gravita intorno a Milano per il lavoro (“Per la gente che vive nelle cittadine e nei paesi della…
1 MAGGIO, FESTA DEL LAVORO
O del lavoro svilito e del lavoratore annichilito
L'anno scorso scrivevo un post simile.
Haymarket Square – 1 maggio – festa dei lavoratori…
Un ragazzo lombardo entra definitivamente nel mondo degli adulti ottenendo il famigerato lavoro a tempo indeterminato. Opera lucida e claustrofobica, che mostra nei dettagli i passaggi che portano dalla gioventù ad una routine prigioniera che sarà di compagnia fino alla vecchiaia: il tesissimo test d'ammissione (che fa calare la mannaia su tutti quelli che sperano di accedere…
Pensarli così.
...illic incola de gemino uicinos corpore truncos.
"Storia di Filomena e Antonio: gli Anni '70 e la Droga a Milano" di Antonello Branca (1976)
1/3
…
Avvolta nella nebbiosa provincia di Milano, come qualcuno ha scritto Olmi descrive il boom economico a partire dalle cascine "dove le stalle diventano garage e al posto degli animali ci sono le 600". Ma il film non è assolutamente solo questo, Olmi non ha velleità di criticare il mondo che si sta avvicinando sempre più alla società dei consumi, ha invece uno sguardo…
Scavare il Pieno, Scolpire il Vuoto: il Biancore della Rena: Nitrato d'Argento, Polvere di Marmo: Dettagli e Venature: Homo Faber, Cantiere Aperto.
Cos'è una Cattedrale? Poggia, cresce, sostiene…
A.utomunito e A.mante delle Belle A.rti cercansi (A.stenersi perditempo: arricciatori di code di maiale, raddrizzatori di banane e vice-presidenti del… segue
2018
2018
Nel mese di settembre questo film ha ricevuto 3 voti
Domenico vive a Meda con famiglia, ha lasciato la scuola e vive nella cascina con la famiglia in attesa di un lavoro. Grazie ad una conoscenza del padre può sostenere un colloquio a Milano che gli darà modo di diventare fattorino. Durante le prive incontra Magalie, giovane ragazza che verrà assunta dall’azienda. Ma proprio dopo essere stati assunti sarà…
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Commenti (13) vedi tutti
Volutamente anti-spettacolare e lineare nella costruzione narrativa, il film si colloca fra gli esempi migliori di un cinema che presta grande attenzione alle psicologie e ai drammi privati dei protagonisti e delinea un quadro sociologicamente attendibile, del mondo impiegatizio di una città come Milano agli inizi degli anni ’60.
commento di (spopola) 1726792Voto: 7, 333 su 10 Prosegue nella tradizione del neorealismo e scatta una fotografia accurata del mondo del lavoro, con occhio critico di fronte a dinamiche alienanti del mito del posto fisso. rivendica la sua originalità nell'attenzione affettuosa e intimista ai piccoli gesti e agli sguardi intimoriti dei ragazzi.
leggi la recensione completa di port crosL'ingresso nel mondo degli adulti di un giovane della periferia.Il lavoro, l'amore.Il 68 nell'aria.. una società formalista,arretrata rispetto ad oggi per l'assenza della tecnologia.Ma tutto è com'era,l'alienazione della persona in un lavoro che è solo reddito.Il paternalismo padronale che però offriva "posti". Triste spaccato del boom economico.7½
commento di stany11Neorealismo degli anni 60, gente del nord Italia sogna il posto fisso in fabbrica dove l'ingegnere è una figura quasi divina, e gli altri solo numeri; situazione quasi fantozziana però qui la tristezza prevale mentre un adolescente muove i suoi primi passi nel mondo. Piccolo capolavoro poetico, amaro e volutamente 'antico'. Non per tutti i gusti.
commento di MaurisurfUna feroce rappresentazione del mondo del lavoro.....piccolo capolavoro di un grande maestro.
commento di ezioinesauribile ricchezza inventiva, poesia sublime, talento filmico senza pari: stelle fuori stringa
commento di kahlzerGrande film del maestro Olmi
leggi la recensione completa di Furetto60Sono tornato e le ho offerto la mano e insieme abbiamo affrontato il traffico che ora ci divide.
commento di michelBellissimo film, girato in un bianco e nero che sa rappresentare sia il grigiore di Milano sia le titubanze e la dolcezza degli adolescenti.
commento di fornaroloBel dramma sulla Milano anni '60, anche se un po' datato.
commento di sonicyouthOttimo dramma sulla Milano anni '60, anche se un po' datato.
commento di sonicyouth8
commento di eucas70Straordinario! La tristissima festa di Capodanno e la scena finale in cui bastano 4 dissolvenze a descrivere una vita ne fanno un capolavoro.
commento di truffaut