Regia di Leopoldo Trieste vedi scheda film
Un gruppetto di giovani vuole allestire una compagnia teatrale; trova un magazzino in cui fare le prove, ma mancano i fondi e nel frattempo fra i ragazzi si sviluppano simpatie e antipatie.
Approfittando del momento di successo e dei contatti solidi ormai acquisiti nel mondo della settima arte - aveva recitato per Fellini, Risi, Brusati - nel 1956 Leopoldo Trieste coglie l'occasione per esordire anche dietro la macchina da presa. Attore dotato, ritaglia per sè solamente una particina, focalizzandosi principalmente sui due ruoli che più lo intrigavano in quel momento e per i quali nutriva velleitarie aspettative (cosa che continuerà a fare per tutta la vita): regista e sceneggiatore. Superfluo precisare che, nonostante la collaborazione di un cast tecnico e artistico importante e nonostante le buone ambizioni di partenza, il risultato non sarà esaltante come nelle intenzioni dell'autore: Città di notte è un onesto quadro di giovani anime e fervide speranze che però non decolla mai, non si libera mai del prevedibile e del risaputo, consegnando allo spettatore una storia a tutti gli effetti modestissima e priva di sussulti. Antonio De Teffè, Corrado Pani, Ivo Garrani, Adriana Asti, Henri Vilbert, Riccardo Fellini, Patrizia Bini e Rina Morelli sono gli interpreti più noti, ma i veri effetti speciali provengono dalla fotografia (Mario Bava), dalle scenografie (Mario Chiari) e dalla colonna sonora (Nino Rota). Il peccato degli anni verdi (1960) sarà la seconda e ultima regia di Trieste. 4/10.
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