Regia di Mario Siciliano vedi scheda film
Western che ruota attorno a una bella idea di partenza che vede tre pistoleri amici discostarsi, a poco a poco, fino a trovarsi contrapposti. Da una parte un nevrotico pistolero con un evento traumatico alle spalle che lo porta a disprezzare la legge fino a diventare uno spietato bandito (Garko), dall'altra una coppia di fratelli (Rassimov e Miali) che decidono di diventare sceriffi. La particolarità sta nel fatto che due dei tre personaggi sono caratterizzati in modo da essere complementari tra loro, mentre il terzo costituisce una sintesi.
I tre inoltre sono legati dal fatto di aver l'uno salvato la vita dell'altro in distinte circostanze e questo li rende legati anche quando si troveranno a doversi confrontare. Il delirio che consuma il personaggio interpretato da Garko porterà però quest'ultimo a calpestare anche l'amicizia con inevetibale resa di conti finale con Rassimov (qua il personaggio di Garko sembrerà addirittura indemoniato tanto da non comprendere neppure il motivo dell'odio che lo guida).
Se l'idea di partenza è ottima e gioca tutto sulla componente psicologia dei personaggi (in particolare quello di Garko), lo script è dilatato all'inverosimile con tutta una parte centrale che appesantisce la narrazione e che non ha nessuna rilevanza ai fini della storia (mi riferisco all'insediamento di Rassimov come sceriffo e alla sua lotta per introdurre il senso del rispetto della giustizia in un arretrato paese sudista).
Curiosi alcuni duelli (uno al buio tenendo in bocca un sigaro come riferimento visivo, un altro galoppando in sella ai cavalli un po' in stile I Giorni dell'Ira; un altro ancora con pistole caricate a salve tranne per un colpo in una sorta di evoluzione della roulette russa), alcuni dei quali ben girati da Siciliano.
Buona la colonna sonora, fotografia troppo cupa anche se capace di regalare qualche squarcio dal gusto gotico (l'inizio soprattutto).
Eccellente prova recitativa di Garko, bravo anche Rassimov per un film che deve l'alone di cult creatogli attorno da alcuni fan soprattutto ai due attori, poiché Siciliano e lo script non si rivelano all'altezza di un film degno di esser classificato come uno dei migliori del genere. Dico questo perché se è vero che le caratterizzazioni sono superiori alla media e che il film è impregnato di un innegabile gusto per il tragico (si veda anche il dolore di Rassimov che, a un certo, rinuncia pure al senso del dovere pur di coprire l'ex amico), è altrettanto vero che lo sviluppo del soggetto non è innovativo ed è lentissimo.
In ogni caso, dal punto di vista tecnico, si nota una confezione più che sufficiente.
Peccato, con un pizzico in più di inventiva nell'intessere una trama più coinvolgente sarebbe potuto diventare un gran bel western. Voto: 5.5
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