Regia di Claude d'Anna vedi scheda film
"Il morso del ragno" diretto nel 1983 da Claude d'Anna,
devo dire che non mi è dispiaciuto,ma neanche gridare
al capolavoro.
La storia si svolge nella Palermo del 1955,
dove il Conte di Villalta è un proprietario
terriero con degli operai,ed è immanicato
con la politica controllando il territorio,
con due matrimoni alle spalle e una figlia
che si dice che non è normale.
Ospite nella sua casa un Americano,
assunto per l'amministrazione della casa.
Ma a un certo punto succede che la figlia
si innamora di lui,e il padre non approva
molto però ci sono un sacco segreti sotto
la casa anche impronunciabili che lui
vorrebbe scoprire.
Il Film presentato a Cannes nel 1988
è una produzione Italo-Francese con
protagonista Giuliano Gemma,
e il gigantesco Max Von Sydow,
che praticamente si invertono le
nazionalità,con supporto una
straordinaria Assumpta Serna,
nel ruolo della figlia.
Il regista Claude d'Anna crea un ambiente
d'atmosfera e malinconico,con una sua
compiaciuta lentezza ed è bravo a miscelare
i generi come il "Gangster's Movie",
il "Melò",l'erotico e il "Politico" come
quando narra lo sciopero degli operai
che si legano al sindacato.
Ma oltre questo vuole raccontare la storia
d'amore tra l'americano e la figlia,
che regge bene la scena trasmettendo
in un modo sublime la sua schizofrenia
e la sottomissione verso il padre,
anche se pecca un pò di presunzione
perché vuole assolutamente fare una
cornice da "Cinema d'Autore",che gli
riesce a tratti e non si accorge che
questa eccessiva lentezza annoia e
di mettere nel Film troppa carne
al fuoco.
La pellicola ha una buona ricostruzione
e descrive la Sicilia dell'epoca,
dove i mafiosi la facevano da padroni,
con lo stato assente che scatenavano
sanguinose faide e ammazzavano persone
importanti e lo realizza miscelato con una
rappresentazione da salotto borghese
e un ritratto ambiguo di famiglia
all'interno,con un "padrino" che
sottopone la figlia come i suoi
politici.
In conclusione un sufficiente e
coraggioso Film,che è molto
strano e all'inizio fai fatica
a seguire per la lentezza di fondo
del racconto e ingrana solo dopo,
coinvolgendoti nell'intrigo,
tra ossessioni e violenze,di misteri
della follia,in un luogo come la
Sicilia dove ci sono fratture etniche
e culturali,e come sottofondo una
denuncia politica dove a comandare
sono i mafiosi e non lo stato che
sta a guardare,ed affonda con coraggio
un argomento delicato come l'incesto,
spiazzandoti ed evita l'"Happy End"
realizzando un finale che è un pugno
allo stomaco.
Il mio voto: 6,5.
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