Regia di Mike Newell vedi scheda film
Commedia britannica di grande successo internazionale, divenuta un "cult-movie" degli anni '90, è anche il film che segnò la definitiva consacrazione divistica del "bello e impossibile" Hugh Grant. La sceneggiatura di Richard Curtis, che per l'attore scriverà anche "Notting Hill" e "Love actually", è ingegnosa ed originale nella struttura drammaturgica che comprime la trama nell'arco di quattro matrimoni ed un funerale, come recita il titolo; tuttavia, nella definizione dei personaggi e dei dialoghi, rimane in territori abbastanza consueti e "rassicuranti", come ci ricorda la recensione di Film Tv. Anche l'anticonformismo di certe battute volgarotte è all'insegna di una trasgressione fin troppo studiata a tavolino; abbastanza toccante, invece, l'inserimento di una poesia di Wystan H. Auden sull'amore omosessuale nella scena del funerale, recitata con convinzione dall'attore James Hannah. La confezione è impeccabile e la regia di Mike Newell competente, ma ripeto, mi sembra uno di quei prodotti fin troppo studiati e calcolati nei minimi particolari per non dispiacere al pubblico di massa, per divenire una commedia davvero memorabile. Fra gli attori, Hugh Grant esibisce un brio autoironico apprezzabile (ma ha fatto di meglio in altri film), Andie Mac Dowell è affascinante al punto giusto; fra i caratteristi spicca una brava Kristin Scott Thomas nel ruolo dell'eterna zitellona e un divertente Simon Callow nel ruolo del gioviale Gareth che muore improvvisamente durante una cerimonia di nozze. La colonna sonora è curata da Richard Rodney Bennett e contiene alcune celebri hit, fra cui "Chapel of love" cantata da Elton John e soprattutto una cover di "Love is all around" dei Troggs, che divenne una hit nel Regno Unito. Spiritosa l'apparizione di Rowan Atkinson nei panni di un improbabile sacerdote e, fra gli altri, simpatico il personaggio del cugino sordomuto che si esprime nella lingua dei segni, interpretato dall'attore David Bower, un vero sordomuto.
voto 7/10
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