Regia di Francis Ford Coppola vedi scheda film
E'curioso notare che molti dei grandi registi americani della generazione di mezzo,che negli anni '70 hanno trovato la loro consacrazione si siano misurati tutti con il genere tipicamente yankee del road movie.E credo che questo genere sia tipicamente americano proprio per l'estrema dilatazione di spazi che caratterizza gli States in cui è facilissimo trovare strade che si perdono all'orizzonte senza neanche una curva ed è altrettanto facile percorrere le suddette strade per giorni e giorni senza che il paesaggio cambi in modo apprezzabile.Ci si è misurato Coppola con questo film amaro e inquieto virato al femminile,Spielberg con il suo Sugarland Express ,Scorsese con Alice non abita più qui che io vedo quasi come un completamento di questo film riguardo l'emancipazione femminile(ma è di 6 anni più tardi),vedo la stessa inquietudine anche in Rafelson e nei suoi Cinque pezzi facili.Per non parlare del quasi contemporaneo Easy Rider,che possiamo considerare uno dei termini di paragone del genere road movie.A questi aggiungerei anche Lo Spaventapasseri,di Schatzeberg,la storia di due vagabondi con una meravigliosa idea in testa,Come quella che ha Natalie,protagonista del film di Coppola che una volta scoperta la propria gravidanza,assalita dall'inquetudine decide di partire per New York ma forse la Grande Mela è solo un simbolo di un viaggio in realtà senza meta,persa dietro ai propri fantasmi,ai propri dubbi e alle proprie incertezze.Non sappiamo da chi o da che cosa fugge Natalie sappiamo solo dell'estremo sconcerto in cui lascia i propri genitori quando vengono a sapere del suo bisogno di fuga e dell'attuazione della stessa.The Rain People(questo il titolo orginale) è un viaggio prima interiore che reale anche se l'incontro con un ex giocatore di football universitario ora mezzo ritardato condizionerà parecchio le sue scelte.Pur sapendo che è meglio abbandonarlo non riesce a staccarsene.Empatia,affetto materno,sindrome del buon samaritano.Il perchè della loro vicinanza affettiva non è svelato neanche nell'ultimo disperato pianto di Natalie.Coppola più che ai luoghi,più che fotografare l'America che si srotola pigramente nei finestrini della macchina sembra interessato a Natalie e al suo processo di emancipazione,al suo tormento.Se vogliamo è un punto di vista radicalmente opposto a quello assunto da Spielberg in Sugarland Express in cui i finestrini dell'auto erano occhi aperti sul mondo....
regia sicura
ottima prova
uno dei suoi primi ruoli da protagonista
non male
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