Regia di Giuseppe De Santis vedi scheda film
Un film 'comunista' nel senso classico del termine, in un'accezione prettamente politica e legata alla definizione del comunismo stesso: la massa contadina che si muove 'come un sol uomo' in cerca di giustizia, che ricorda sociologicamente da vicino quella della Corazzata Potemkin di Ejzentstejn, è la rappresentazione dell'insorgere del popolo italiano contro l'invasore tedesco, contro la dittatura fascista, nel nome di una riscoperta libertà che si esercita anche e soprattutto nel duro lavoro fisico. Questo lavoro rappresenta l'esordio di De Santis dietro la macchina da presa; appena trentenne, aveva già maturato una buona esperienza critica sulle pagine della rivista Cinema, e finalmente giungeva al suo primo lungometraggio carico dei ricordi della resistenza e desideroso di confrontare il proprio retaggio culturale con il mezzo cinematografico. Caccia tragica non è molto più che un film 'onesto', ma ha dalla sua un ottimo cast (spiccano i nomi di Massimo Girotti, Vivi Gioi, Andrea Checchi, Carla Del Poggio, Folco Lulli) ed un superlavoro in fase di stesura di soggetto e sceneggiatura che vede alternarsi alla scrittura, insieme al regista, firme prestigiose o destinate ad esserlo come quelle di Carlo Lizzani, Gianni Puccini, Corrado Alvaro, Michelangelo Antonioni, Umberto Barbaro, Lamberto Rem-Picci e Cesare Zavattini. Grandi nomi anche per la fotografia, di Otello Martelli, ed il montaggio, curato da Mario Serandrei (La terra trema, Il bidone). 6/10.
La seconda guerra mondiale è appena finita. Due amanti rapinano un furgone sul quale viaggiano un ragioniere ed una coppia di sposi. Ucciso il ragioniere, viene presa in ostaggio la sposina, mentre il marito riesce a fuggire. Si aggregherà alla massa contadina che accorrerà compatta a vendicare il delitto.
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