Regia di Luca Miniero vedi scheda film
Su un isolotto dell'estremo sud italiano si cerca di allestire il tradizionale presepe. Quest'anno l'irrinunciabile rito vive però un problema fondamentale: non ci sono più bambini a cui far fare Gesù. Il sindaco si riduce così a chiederne uno 'in prestito' alla locale comunità musulmana. I musulmani accettano, ma col ricatto: impongono le loro usanze e perfino il ramadan ai cristiani.
In fin dei conti il Dio dei cristiani è un mediorientale e per di più un profugo: questo è il succo del film. Davvero poca roba, il succo e il film tutto, perchè Non c'è più religione è una commedia che vorrebbe stare al passo coi tempi parlando di calo delle nascite, immigrazione, integrazione, ma finisce per essere un prodottino in stile cinepanettone - tant'è vero che esce ai primi di dicembre e il fulcro della storia è la messa in scena di un presepe vivente. Inoltre non esce una bella immagine della comunità musulmana, silenziosa prevaricatrice, strafottente approfittatrice, guidata da un falso capo (qualsiasi metafora religiosa è evidente) traditore del cristianesimo. Fortunatamente la sceneggiatura di Sandro Petraglia, Astutillo Smeriglia e del regista Luca Miniero vorrebbe solamente limitarsi a fare della satira spicciol(issim)a di costume, anche se ridacchiare su argomenti pesanti come macigni (le distanze incolmabili fra le religioni più diffuse) può risultare scomodo e perfino controproducente. Miniero è al suo quinto film in sette anni: tutti clamorosamente simili nei toni e negli argomenti. Qui ha a disposizione un cast composto da buoni o buonissimi caratteristi, fra i quali Claudio Bisio, Angela Finocchiaro, Giovanni Esposito, Giovanni Cacioppo, Laura Adriani e due attori di razza come Alessandro Gassman (in una parte centrale) e Roberto Herlitzka (in un azzeccatissimo cameo). Per quanto riguarda il tentativo di sconfinare nelle immense praterie del politicamente scorretto, purtroppo occorre constatare che al 2016, ancora, in Italia riesce solamente a Checco Zalone. 2,5/10.
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