Regia di Bill Condon vedi scheda film
32° LOVERS FESTIVAL - EVENTO SPECIALE: AL CINEMA COL BEBE'
Prosegue anche quest'anno l'appuntamento che il festival LGBT di Torino dedica alle famiglie, con uno spettacolo mattutino dedicato ad un classico per bambin,i già campione d'incassi della stagione ancora in corso.
Pur non avendo bambini al seguito (E senza la necessità di dover comicamente spacciare come tale l'ancora giovane, ma non proprio "bebe'", amico Port Cros) approfitto dell'occasione per dedicarmi a visionare pertanto questo blickbuster di stagione, che ancora mi manca all'appello e al quale, a dire il vero, non avevo attribuito molta priorità di visione ai tempi della sua uscita primaverile in sala.
Una mega produzione tutta costellata di guest star (che si espliciteranno nel finale sfavillante e rassicuratore, e che non sto a citare in quanto menzionati tutti senza remore), che porta la regia del corretto, ma non proprio originale o precursore Bill Condon ("Demoni e dei", più che Kinsey, in definitiva resta il suo unico vero bel film), e che consiste in una rassicurante trasposizione in carne ed ossa della Disney, del suo celebre e riuscitissimo cartone animato milionario risalente ormai ai lontani '90.
Il dispendio di mezzi è notevole e si traduce, oltre che nel cast all star (quasi tutti più impegnati nel doppiaggio, salve il cameo finale spumeggiante e festaiolo), in un tripudio scenografico piuttosto affascinante, anche se la costruzione, perfetta, finisce - a mio personale avviso - per rendere tutto un solito giocattolone fantasmagorico e canterino in cui l'emozione autentica finisce per soccombere di fronte alla meraviglia da luna park ampiamente manifesta.
Presente, come è ormai prassi consolidata Disney, ed in perfetta coerenza con questo festival, l'accenno al personaggio gay, che nasce bifolco e maldestro, ma che ha modo di ritrovare dignità e valore, come nelle migliori dinamiche del politically correct.
E, a soli tre anni di distanza dal colossal omonimo francese che osava - pur con una certa imprudenza ed un fasto degno di questa ennesima riproposizione - avventurarsi in territori e strade lontane dalla fiaba originaria, anche qui la "magia e la purezza di Cocteau", autore dell'unico capolavoro davvero ispirato inerente la fiaba, si allontana sempre più come un miraggio, per lasciar spazio ad un incontenibile girotondo e sperpero di effetti e suppellettili ammiccanti, stridente con la poesia che il grande maestro era riuscito a creare in tempi decisamente più improntati a tener fede alla poesia di fondo che trapela ancor oggi dal testo originario.
Genitori e bimbi accorrono in massa all'iniziativa festivaliera, ed è buona cosa. Peccato che molti tra gli adulti ritengono opportuno accedere in sala con bambini di appena 2/3 anni, presto distratti ed annoiati da una complessità della favola poco opportuna per quella età (addirittura qualche genitore accorre con prole "in fasce", che giustamente rumoreggia e piange per buona parte delle oltre due ore di durata del filmone), arrivando anche al paradosso di riuscire a zittirli solo mettendo loro davanti un tablet con cartoon più adatti alla prematura età, del tipo Peppa Pig.
Piccole, magari non gravi, ma emblematiche follie contagiose che fanno parte dell'essere genitori oggi.
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