Regia di Bill Condon vedi scheda film
L'amore ai tempi del musical - atto secondo. Il musical ai tempi delle favole.
Quando si dice 'ma che sorpresa'. Oh, che bella sorpresa. Poiché chi se lo sarebbe aspettato? Io no di certo. Io, che alzavo continuamente gli occhi al cielo ogni qualvolta mi si ripresentava uno spot pubblicitario che presentasse il suddetto prodotto, sbuffando e desiderando di non vederne più. Una campagna marketing oltremodo eccessiva, ossessiva oserei aggiungere. Trattasi di operazioni di consuetudine per un'immensa multinazionale mediatica come la Disney, eppure ciò rappresenta un problema non da poco, in quanto - col tempo - risulta sin troppo complicato comprendere il tipo (e la natura) del film che ci troviamo di fronte. Basti pensare a Maleficent, uno dei lungometraggi Disney più brutti mai prodotti, che la medesima ci ha prima presentato e poi rifilato come un qualcosa di incredibile, non all'ordine del giorno. Ed effettivamente è stato così, ma non in senso positivo. Fortunatamente però, il passato è passato, e quell'orripilante pagina è stata voltata. Quella de La Bella e la Bestia non è solo una nuova pagina, ma un nuovo libro, e persino una nuova libreria. Un'altra dimensione, quella delle favole, oggi (quasi) completamente svanita nel difficile e ingiusto mondo che ci ritroviamo, con guerre in ogni dove e figure dalla personalità violenta, omofoba e razzista che ci dovrebbero guidare. Ma dove, io mi chiedo. Per fortuna che, da qualche parte, ancora esiste chi si pone contrario a tutto ciò, rendendo delle espressioni d'arte come il cinema, il teatro, la musica e la letteratura, un tetto sicuro e accogliente per noi sognatori. Ebbene sì, ancora una volta, si parla di sogni. Prendendo in esame i casi dell'ultimo live action targato Disney e del recente, meraviglioso, La La Land, non posso che gioire nel notare che il musical sia tornato - almeno per questo breve lasso di tempo - ai fasti d'una volta, con un'etere malinconico e fiabesco in ambedue le opere. Dopotutto, anche il film di Damien Chazelle è una fiaba, tanto quanto lo è La Bella e la Bestia, con desideri, speranze e principesse (e principi) da salvare.
Bill Condon però reinventa la fiaba, pur mantenendola tale e quale a come era nell'ormai lontano 1991. La sua macchina da presa - con grandiosa perizia - segue i personaggi e le azioni da loro compiute come gli animatori fecero all'epoca, ma il 'copiare' che molti spettatori hanno denunciato non c'entra assolutamente nulla. Nonostante siano rimaste invariate alcune intere sequenze, gli abiti indossati, le frasi pronunciate, i brani cantati (tra gli ormai storici Be Our Guest, Gaston e Beauty and the Beast, ci sono comunque degli inediti) e persino diverse inquadrature, l'"uguaglianza" è solo qualcosa di relativo. C'è una cura per i dettagli qui, una leggiadria delle immagini tale da essere assente nel lungometraggio d'animazione, checché se ne discuta. Anche una ricerca minuziosa - a tratti viscontiana - per i particolari di tutti quegli elementi che vanno a comporre l'immagine e, sopratutto, le rifiniture degli iconici personaggi/oggetti come gli occhi e le bocche delicatamente disegnati sulle tazzine che andranno poi ad essere animate. Uno degli scritti più classici, visto e rivisto molteplici volte, affrontato con tecniche pressoché diverse tra loro, viene qui inscenato con una mano matura e cosciente. Più di centoventi minuti di dolcezza, magia e stupore, i quali non possono che far tanto bene al cinema.
Una menzione va naturalmente alla scelta di un cast di tutto rispetto, dalla Belle di Emma Watson, che a differenza di altre occasioni qui ho apprezzato, alla Bestia di Dan Stevens, dal Tockins di Ian McKellen al Lumière del grande Ewan McGregor (risentirlo cantare non poteva che riportarmi alla mente quel capolavoro inestimabile di Moulin Rouge), dal Gaston di Luke Evans (perfetto è dire poco) al LeFou interpretato da Josh Gad, primo personaggio apertamente omosessuale nell'universo Disney; cosa che ovviamente ha suscitato scalpore. Il Leporello del virile Gaston è stato soggetto di critiche e discussioni in molti paesi, ove tra questi c'è chi ha persino raccolto le firme per censurare o boicottare il film. Indignato, ma per nulla stupito dall'ignoranza (in)umana. Lasciando da parte e ignorando questi fastidiosi e ridicoli inconvenevoli, La Bella e la Bestia ha tutte le carte in regola per farsi adorare da chiunque. I più piccoli verranno rapiti dalla favola disneyiana - scritta da Linda Woolverton basandosi sull'omonima opera di Jeanne-Marie Leprince de Beaumont -, coloro che sono cresciuti con il cartone si commuoveranno nel vedere quella storia e quei personaggi prendere vita, e gli amanti del genere come il sottoscritto godranno dinanzi ad un meraviglioso musical. Fatevi largo dai pregiudizi (che inizialmente tenevano prigioniero anche me), i quali vi invitano a non spendere nemmeno una lira in proposito. Forse non diverrà un classico (sarà il tempo a dover rispondere a codesto quesito), ma La Bella e la Bestia del bravo Bill Condon, è uno dei migliori, se non il migliore in assoluto, live action tratto da un lungometraggio d'animazione. Se Disney vorrà proseguire in questa direzione, non chiedo la medesima qualità (impossibile) ma il medesimo spirito, con il quale si va a raccontare ed inscenare. A quel punto, ben vengano, sarò il primo a sostenerli.
Insomma, in barba alla cattiveria di chi vuol mandare tutto a rotoli, qui non si smette di cantare, ballare e sognare.
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