Trama
Tre diverse storie di famiglia si intrecciano. Josephine e Tomas sono felicemente sposati da poco ma i genitori di lei scoprono rapidamente quale realtà si cela dietro la loro apparente felicità coniugale. Melanie, invece, annuncia ai suoi genitori di essere incinta e che il padre è ben lontano dall'essere il loro genero ideale. Anthony, infine, sfortunato in amore e con la testa tra le nuvole, deve farsi carico della madre improvvisamente incontrollabile.
Approfondimento
VULNERABILI: L’ALIENAZIONE DELLE RELAZIONI UMANE
Diretto da Gilles Bourdos e sceneggiato dallo stesso con Michel Spinosa, Vulnerabili racconta tre storie famigliari intrecciate. Josephine e Tomas sono felicemente sposati da poco ma i genitori di lei scoprono presto quale oscura realtà si celi dietro l'apparente felicità della coppia. Nel frattempo, Melanie annuncia ai genitori di essere incinta ma il futuro padre è lontano dall'essere il genero ideale. Anthony, infine, è da sempre con la testa tra le nuvole e sfortunato in amore quando si ritrova a dover affrontare la madre divenuta improvvisamente incontrollabile.
Con la direzione della fotografia di Mark Lee Ping-Bing, le scenografie di Guillaume Deviercy, i costumi di Virginie Montel e le musiche di Alexandre Desplat, Vulnerabili è basato sul libro The Stories of Richard Bausch di Richard Bausch. A spiegare le ragioni dell'adattamento è lo stesso regista, in occasione della partecipazione al Festival di Venezia 2017 nella sezione Orizzonti: "Ho scoperto il lavoro di Bausch per caso e me ne sono innamorato. Appartenente a una generazione di scrittori americani bravi nel raccontare storie brevi, Bausch eccelle nell'arte di scrivere vicende con al centro complicate relazioni sentimentali o coppie che finiscono per allontanarsi. Ho dato allo sceneggiatore Spinosa diversi lavori di Bausch senza avere in mente niente di particolare: devo a lui l'idea di un film in cui le linee narrative si incastrano, si rimescolano costantemente, si basano sui confronti e scontri tra una padre e sua figlia, un figlio e sua madre, una marito e una moglie, e analizzano le conseguenze della scelta di una figlia a discapito della volontà del padre o dei disastri che il matrimonio dei genitori ha su un figlio".
"Ho voluto però prendere le distanze - ha proseguito Bourdos - da tutti quei film corali in cui all'inizio c'è sempre qualcosa che porta tutti i personaggi insieme. La mia preoccupazione principale è stata quella di creare tensione sin dall'inizio e di mantenerla, senza cedere alla tentazione di portare tutti a reagire (diversamente) alla stessa situazione. Mi sono fatto guidare semplicemente dalla logica dei personaggi e dalle situazioni che, rispondendosi a vicenda, creano una sorta di dialogo. A prima vista, uno dei temi principali sembra essere la sottomissione: quella di Josephine al marito, di suo padre alla moglie, di Antonia a sua madre... In realtà, preferisco parlare di alienazione. I legami familiari sono tanto fondamentali quanto complessi e ognuno li vive a modo proprio. Per alcuni la famiglia è un rifugio, per altri qualcosa da cui scappare. Le tre storie che ho scelto vanno tutte in direzioni opposte: un padre impazzisce, uno si riconcilia con la figlia e una moglie mette da parte le sue nevrosi per abbracciare ancora una volta il suo ruolo di madre".
Il cast
A dirigere Vulnerabili, regista e sceneggiatore francese. Nato a Nizza nel 1963, Bourdos ha iniziato a lavorare come regista all'inizio degli anni Novanta realizzando alcuni cortometraggi. Dopo aver scritto la sceneggiatura di Emmène-moi di Michel Spinosa nel 1994, ha fondato una propria casa di produzione e ha… Vedi tutto
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Commenti (4) vedi tutti
Tre storie che si intersecano per narrare appieno le quali sarebbero stati necessari più film, ma se il regista è bravo (e Bourdos lo è) bastano gli elementi giusti per suscitare suggestioni laddove un racconto compiuto magari non avrebbe potuto. Per questo a molti questa pellicola piacerà e la Francia del resto è la patria dell'impressionismo.
commento di bombo1Tutti principianti, in fatto di amore, direbbe Carver.
leggi la recensione completa di yumealla fine della visione di questa specie di "Short Cuts" francese, si rimane con un senso di incompiutezza. l'opera è anche abbastanza interessante, registicamente solida e ben recitata, ma forse priva della necessaria profondità, visti i temi trattati. colonna sonora di Desplat e John Cage (col suo brano proto-ambient del 1948 "In a landscape").
commento di giovenostaVivere e non capirci niente. Succede alle persone normali.
leggi la recensione completa di OGM