Quando si incontrano in pista, tra il gangster Gino e l'indomita pilota Benedicte è amore a prima vista. Fieri e leali, i due combattono per il loro amore contro il destino ma anche contro la ragione e le proprie debolezze. Fino a che punto possono resistere? Quando lontano possono spingersi per salvare ciò che potrebbe già essere perso?
Approfondimento
LE FIDÈLE: IL GANGSTER E LA PILOTA
Diretto da Michaël R. Roskam e sceneggiato dallo stesso con Thomas Bidegain e Noé Debré, Le Fidèle racconta la storia di Gino e della pilota Bénédicte. Quando si incontrano, per i due è amore a prima vista. Il loro sentimento è appassionato e incondizionato ma Gino ha un segreto, quel tipo di segreto che può mettere a repentaglio non solo la sua vita ma anche quella di coloro che lo circondano. Gino e Bénédicte dovranno allora combattere contro il destino, la ragione e le proprie debolezze per salvare il loro amore.
Con la direzione della fotografia di Nicolas Karakatsanis, le scenografie di Geert Paredis, i costumi di Kristin Van Passel e le musiche di Raf Keunen, Le Fidèle viene così presentato dal regista in occasione della partecipazione del film al Festival di Venezia 2017: "Le Fidèle è una storia di amore e di crimine, di desiderio e di fallimento. Una tragedia d'amore o, meglio, un noir d'amore. Considero il film come la seconda parte della mia personale trilogia criminale, di cui ogni parte è liberamente basata su un particolare momento della storia criminale belga. Per Bullhead - La vincente ascesa di Jacky, la mia fonte di ispirazione è stata la "mafia" degli ormoni. Per Le Fidèle ho trovato invece ispirazione nelle famigerate gang di Bruxelles e nell'adrenalinico universo delle corse automobilistiche. Tuttavia, come nel caso di Bullhead, Le Fidèle non è un'opera sulle gang e nemmeno la biografia di questo o quell'altro gangster: il fondamento del film è dato dalla storia d'amore tra un uomo e una donna e dall'impossibilità di portare avanti la loro relazione. Il loro sentimento è ostacolato non solo dalle loro stesse personalità e dalle loro origini ma anche dai colpi che il destino riserva loro".
Il cast
Con Le Fidèle il regista Michaël R. Roskam torna a girare in territorio belga dopo il successo internazionale di Bullhead - La vincente ascesa di Jacky, che nel 2011 nel solo paese d'origine ha richiamato in sala oltre 480 mila spettatori e che è stato nominato agli Oscar nella categoria "Miglior film… Vedi tutto
La chimica controversa tra la bellissima Adèle Exarchopoulos (Bibi) e il burbero e dannato Matthias Schoenarts (Gigi) dopotutto funziona; anche l'elemento "heist" si protrae convincentemente. Peccato che la trama pulluli di alterazioni melodrammatiche sconvenienti e i registri non siano coesi quanto dovrebbero.
Preceduto da una fama discreta, presentato il mese scorso a Venezia, quindi al Film Festival Internazionale di Toronto, interpretato da attori di tutto rispetto, sotto la direzione di Michaël R. Roskam, giovane e talentuoso regista fiammingo al suo terzo lungometraggio, questo film è, per me, nel suo insieme, molto deludente.
Ennesima lettura (tragica) della legge freudiana secondo cui le brave ragazze si innamorano sempre dei criminali, fino ad esserne distrutte. Regia ineccepibile, e la bella Adele è anche brava (ma che brutto doppiaggio!) Un film che dovrebbero vedere tutte le femministe. Voto 7.
Gino, detto Gigi, e Benedicte, detta Bibi, si erano conosciuti al termine di un raid automobilistico: lei, di famiglia alto borghese, era pilota di una vettura in gara; lui, spettatore, si trovava lì per interesse professionale: si occupava (o almeno così le aveva fatto credere) di import-export di automobili. Era nata dopo questo incontro la loro irresistibile attrazione,… leggi tutto
Oggi recensiamo Le Fidèle, terzo lungometraggio del regista belga Michaël R. Roskam, presentato fuori concorso al Festival di Venezia del 2017 e interpretato dal suo attore feticcio Matthias Schoenaerts e da Adèle Exarchopoulos.
È stata la pellicola che il Belgio aveva selezionato per entrare nella cinquina dei migliori film stranieri agli Oscar, ma non… leggi tutto
Con poche ma potenti inquadrature dell’incipit, veniamo messi a conoscenza della difficile infanzia trascorsa da Gino, detto Gigì. La sua giovinezza, orfano di madre, è stata segnata dalla sofferenza e dalla paura, il padre addestrava cani da combattimento. Con un salto temporale la regia ci porta al presente, Gigi ormai adulto e belloccio incontra Bibi, una giovanissima…
Storia in tre atti di un amore viscerale: quello tra una pilota di automobili (la Adèle Exarchopoulos di Vita di Adele: il solito piacere per l'occhio) e un rapinatore di banche. Il colpo di fulmine, la lunga parentesi carceraria, il finale saturnino. Sulle orme del nostro Alaska, ma con ingredienti diseguali nei tre atti e un registro crepuscolare troppo calcato sul finale.
Il mese di novembre accusa una decisa contrazione delle uscite, almeno rispetto alle recenti abitudini, rivelandosi sostanzialmente equilibrato nella… segue
Nel mese di settembre questo film ha ricevuto 5 voti
Gino, detto Gigi, e Benedicte, detta Bibi, si erano conosciuti al termine di un raid automobilistico: lei, di famiglia alto borghese, era pilota di una vettura in gara; lui, spettatore, si trovava lì per interesse professionale: si occupava (o almeno così le aveva fatto credere) di import-export di automobili. Era nata dopo questo incontro la loro irresistibile attrazione,…
Oggi recensiamo Le Fidèle, terzo lungometraggio del regista belga Michaël R. Roskam, presentato fuori concorso al Festival di Venezia del 2017 e interpretato dal suo attore feticcio Matthias Schoenaerts e da Adèle Exarchopoulos.
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Programmazione di nuovo piena, con un elenco abbondante e vario (anche se praticamente privo di titoli d'autore, che inizieranno ad affiorrare settimana prossima, dopo la fine del Festival di Venezia): è il…
VENEZIA 74 – FUORI CONCORSO
Un ladro bello e scaltro si innamora di una pilota di auto da corsa, pure lei bella, ma anche ricca e circondata da una famiglia protettiva ed accondiscendente.
Tra i due l’appeal è tale che non rivedersi né rincontrarsi diviene impossibile, anche se i dubbi sulle incognite inerenti il vero lavoro, celato con cura, da parte del ragazzo,…
É incredibile come il tempo passi velocemente, soprattutto quando ti estranei dal mondo di tutti i giorni e ti trovi in una bolla che tiene a debita… segue
Quest'anno la sigla del Festival di Venezia è cambiata: non entriamo più nell'occhio di Simone Massi, nel petto del rivoltoso di Aleksandr Dovzenko o nella barca felliniana. Questa volta ricostruiamo…
Venezia 74 – Fuori concorso.
Dopo una sola - e rispettabile - esperienza americana (Chi è senza colpa), il promettente regista belga Michael R. Roskam torna in Europa, laddove aveva cominciato la carriera solo sei anni fa con Bullhead – La vincente ascesa di Jackie, mantenendo un forte punto in comune: la presenza di Matthias Schoenaerts.
Rispetto alle due esperienze…
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Commenti (6) vedi tutti
La chimica controversa tra la bellissima Adèle Exarchopoulos (Bibi) e il burbero e dannato Matthias Schoenarts (Gigi) dopotutto funziona; anche l'elemento "heist" si protrae convincentemente. Peccato che la trama pulluli di alterazioni melodrammatiche sconvenienti e i registri non siano coesi quanto dovrebbero.
commento di Stefano LPreceduto da una fama discreta, presentato il mese scorso a Venezia, quindi al Film Festival Internazionale di Toronto, interpretato da attori di tutto rispetto, sotto la direzione di Michaël R. Roskam, giovane e talentuoso regista fiammingo al suo terzo lungometraggio, questo film è, per me, nel suo insieme, molto deludente.
leggi la recensione completa di laulillaEnnesima lettura (tragica) della legge freudiana secondo cui le brave ragazze si innamorano sempre dei criminali, fino ad esserne distrutte. Regia ineccepibile, e la bella Adele è anche brava (ma che brutto doppiaggio!) Un film che dovrebbero vedere tutte le femministe. Voto 7.
commento di ezzo24A metà tra Poliziesco e melodramma sentimentale, è un film avvincente,ma non privo di "forzature narrative"
leggi la recensione completa di Furetto60Sulle orme del nostro Alaska, ma con ingredienti diseguali nei tre atti e un registro crepuscolare troppo calcato sul finale.
leggi la recensione completa di barabbovichParte bene,poi si affloscia fino a toccare un melo di scarsa credibilita'....come il rapporto tra i due pretagonisti.Voto 5.5
commento di ezio