Regia di Mimmo Cattarinich vedi scheda film
Piccole labbra, labbra di giovane fanciulla pronta a sbocciare e diventare una donna vera, con tutto quanto ne consegue: il doppio senso alla base del titolo di questa pellicola è quantomeno scontato, ma se qualcuno volesse azzardare l'aggettivo squallido, forse non potrebbe neppure essere smentito. Massima è la stima in ogni caso verso il regista e co-sceneggiatore (insieme a Daniele Sanchez): Mimmo Cattarinich, fotografo di scena molto quotato e frequentatore dei set di Fellini (che lo volle con sè da Toby Dammit fino a La voce della luna), Ferreri, Lizzani, Pasolini, Risi, Comencini - fra gli altri. Cattarinich non è un regista; non in maniera palese, ma purtroppo si vede, e la sua carriera in tale ruolo comincerà dove finisce, cioè con questa pellicola; riesce però a portare a termine un prodotto di discreta qualità artistica, dalla fotografia patinata (cosa che non sorprende: il direttore è Sandro Mancori, ma indubbiamente il regista deve aver messo voce in capitolo, date le competenze), dalla recitazione anti-enfatica, dalla cura encomiabile in quanto a scene e costumi (Ramon Ivars e Alessandro Dell'Orco): insomma, un film in forte odore di viscontismo. E in effetti la trama di Piccole labbra è una specie di rimaneggiamento etero di quella di Morte a Venezia (Luchino Visconti, 1971); al di là di qualche facile rassomiglianza superficiale, però, va notato come in questo film la componente morbosa-sessuale orientata nei confronti dell'adolescenza sia ben più marcata. Ma erano gli anni Settanta e queste cose ancora non scandalizzavano più di tanto, anche se chiaramente non passavano inosservate dalla censura; è facile immaginare le ragioni per cui Piccole labbra, pur essendo l'unica regia dello stimato Cattarinich, sia finita molto presto nell'oblio. Fra gli attori: Pierre Clementi, Ugo Bologna, Maria Monti, Paul Muller, Raf Baldassarre e la piccola Katya Berger; la colonna sonora (adeguatamente) strappalacrime è opera di Stelvio Cipriani. 3,5/10.
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