Regia di Ninì Grassia vedi scheda film
A un napoletano uccidono il bambino nel corso di una rapina. L'uomo scopre poco tempo dopo chi è il camorrista ladro infanticida e si vendica.
La pagella, in quanto tale, c'entra realmente pochino con il nodo centrale della trama del film, è un pretesto qualunque che lascia il tempo che trova nell'economia della storia: tanto per cominciare a chiarire qualcosa su questa pellicola che rappresenta l'esordio di Ninì Grassia. Ispirata - così dicono i titoli di testa - da una canzone (giustamente intitolata A paggella), la sceneggiatura di Sergio Garrone è costituita da un guazzabuglio di amenità involontarie, luoghi comuni sulla napoletanità ed elementi di smodato pathos alla ricerca dell'effetto-sceneggiata; l'intento è chiaramente quello di scopiazzare alla buona i lavori diretti da Alfonso Brescia con protagonista Mario Merola: già non esattamente capolavori quelli, qui si precipita ancora più in basso, nel fondo del barile del trash. La trama trova il suo fulcro nella medesima situazione da cui prende le mosse L'uomo della strada fa giustizia (Umberto Lenzi, 1975), ma qui lo sviluppo è dilettantesco, illogico, votato unicamente al lacrimevole prima ancora che al sensato. Nel cast Marc Porel, Marisa Laurito, Mario Trevi e Marzio Honorato; Grassia perfezionerà il suo marchingegno diabolico trovando in Nino D'Angelo il giusto protagonista e facendo quadrare il melodramma con l'aggiunta di intensi momenti musicali: ma ciò accadrà soltanto da Celebrità (1981) in avanti. 1/10.
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