Regia di Emile Ardolino vedi scheda film
Non è un semplicemente un veicolo per la sua esplosiva protagonista: Sister Act è una macchina narrativa di notevole e brillante briosità. Si parte con una sorta di strizzatina d’occhio alle commedie di gangster, con Whoopi pupa del boss testimone di un omicidio e per questo divorata da conflitti interiori. Quando finisce in convento, sotto copertura, i toni sono variegati: musical, commedia degli equivoci, spy story comica, opera corale. Con un finale scatenato, non sono poche le occasioni di sano e puro divertimento. Nel cast spiccano un’insolita Maggie Smith e un bozzettistico Harvey Keitel, ma la stella rifulgente di Whoopi Goldberg è di straordinario riverbero: balla, canta, recita, salta, urla, fa smorfie, ride, gioca, riflette, incanta con una grazia immensa. Così come prese l’Oscar per Ghost (dove era la cosa migliore, con la sua fattucchiera un po’ ciarlatana e un po’ smarrita nei suoi inconsapevoli poteri), l’avrebbe meritato per questa memorabile Suor Maria Claretta. La cui eco arriva sino in Vaticano, al punto che il papa decide di assistere ad una performance del coro da lei diretto.
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