Regia di Arthur Penn vedi scheda film
Un ritratto lucido ed amaro del sud degli Stati Uniti.
Un ragazzo evade dalla prigione e torna nel suo paese nel profondo Texas... Un paese rigonfio di maschilismo, grettezza, provincialismo becero e razzismo, dove tutti non hanno niente di meglio da fare che girare armati, spettegolare ed imbonirsi il potente del luogo, così potente che ha nominato persino lo sceriffo. Penn, prima del suo capolavoro Gangster story, ci fornisce un ritratto tanto lucido quanto amaro e pessimista del Sud degli Stati Uniti, in particolare del Texas. Qui in particolare, questo stato al confine con il Messico, appare davvero come un mondo a sé, una realtà animalesca piena di regole non scritte in cui persino la legge può essere messa in secondo piano, poiché ciò che prevale è la legge del più forte (o del meglio armato). Mentre la prima parte ha un taglio sociologico, nella seconda tutto degenera nella violenza e nel sangue, in un bel crescendo di suspense che sa come catturare l'attenzione dello spettatore. Il regista mostra la consueta abilità e Brando, nel ruolo dello sceriffo, è davvero grandioso.
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